Il giornalista Eugenio Scalfari è morto all’età di 98 anni: la notizia arriva pochi minuti fa e il mondo del giornalismo è già in grande lutto.
Eugenio Scalfari, giornalista stimato e fondatore del quotidiano La Repubblica, è morto all’età di 98 anni.
La notizia è di pochi minuti fa, non arriva inaspettata ma scuote non poco il mondo giornalistico italiano, che subisce oggi una perdita molto importante.
Una perdita che in molti sentono come un grandissimo vuoto quella di Eugenio Scalfari, considerato uno dei più grandi giornalisti italiani del ventesimo secolo.
Un uomo che ha cambiato il giornalismo nel nostro Paese, creando due pilastri dell’editoria italiana ovvero La Repubblica e L’Espresso, due prodotti che hanno modificato il modo di fare informazione.
Moltissimi i messaggi che si leggono sul web, da Enrico Letta, Roberto Speranza, Elena Bonetti, Massimo Giannini e tantissimi altri.
Scrittore, intellettuale e attento osservatore delle vicende politiche ed economiche in Italia, Scalfari è nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924.
Dopo la giovinezza a Sanremo, dove al liceo classico ebbe come compagno di banco Italo Calvino, inizia a scrivere su alcune riviste fasciste, per venire poi espulso in quanto ritenuto un imboscato.
All’inizio degli anni ’50, Eugenio Scalfari si inserisce nel mondo del giornalismo con il Mondo di Pannunzio e l’Europeo di Arrigo Benedetti. Nel ’55 con quest’ultimo fonda L’Espresso, che diventa il primo settimanale italiano d’inchiesta.
Scalfari lavora per il settimanale nella doppia veste di direttore amministrativo e collaboratore per l’economia. Nel ’62 Benedetti gli lascia la direzione, rendendolo il primo direttore-manager italiano, una figura all’epoca mai vista nel nostro Paese.
Questo doppio ruolo sarà poi anche una delle caratteristiche del grande successo di Repubblica, il quotidiano che fondò nel 1976. Dopo una lunghissima carriera all’interno della redazione, stimato da tutti, Scalfari negli ultimi anni si è dedicato sopratutto alla scrittura, scrivendo diversi testi.
Eugenio Scalfari, oltre ad essere un giornalista attento e osservatore, è stato anche un grande scrittore.
Nella sua carriera, infatti, ha spaziato dal romanzo al saggio, con un’attenzione particolare all’universo politico. Partendo da “Il Labirinto” del 1998, Scalfari ha lasciato una grande eredità letteraria.
Tra i suoi testi ricordiamo “L’uomo che credeva in Dio”, “Per l’alto mare aperto”, “Scuote l’anima mia Eros”, “La passione dell’etica”, “L’amore”,la sfida, il destino”.
Inoltre, un suo “dibattito” sulla fede con Papa Francesco, nel 2014, diventò un libro nel 2019 intitolato “Il Dio unico e la società moderna. Incontri con Papa Francesco e il Cardinale Carlo Maria Martini“.
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