Il sentimento antieuropeista sta dilagando in tutta Europa, dove i sondaggi parlano di un vero e proprio boom dei partiti che cavalcano l’onda populista e il nazionalismo anti-euro. Una Europa dei finanzieri, che ragiona solo in chiave economica, perdendo di vista temi chiave dell’immigrazione e dell’occupazione, non piace ai cittadini. Facile quindi per chi, come Marine Le Pen in Francia, chiamare a raccolta tutti gli antieuropeisti europei per preparare l’alleanza in vista delle prossime elezioni. In Inghilterra, Farage ha ribadito la sua convinzione che bisogna chiudere le frontiere per impedire ai cittadini Ue di altri Paesi di sottrarre posti di lavoro agli inglesi. Essere membri del “club Ue”, ha detto Farage, costa 55 milioni di sterline al giorno e impone a Londra una moltitudine di leggi contrarie agli interessi della Gran Bretagna. IL 57% degli inglesi, in un sondaggio a caldo, ha dato ragione a Farage.
L’antipolitica in Europa
Anche il premier italiano Matteo Renzi ha analizzato il risultato elettorale in Francia, definendolo “Un voto locale, ma significativo, un voto di protesta, come accade anche in Italia”. “L’Ue deve prendere atto che è diffuso un sentimento di contestazione, di antipolitica, che in parte deriva dalle scelte dei singoli governi ma in parte da un forte sentimento di contestazione verso le istituzioni europee”. Allo stesso tempo, in occasione del Congresso europeo del Partito Socialista, dove anche il Pd è confluito, Renzi ha spiegato come un nuovo modello di Europa sia necessario per continuare.
Cosa succede in Italia
In Italia, dopo Barcellona, Edinburgo e Bilbao, tocca alla Sicilia scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso verso un’Europa che, spiegano gli organizzatori, “vessa i suoi popoli con la complicità degli Stati nazionali”. L’appuntamento è fissato per le ore 15 di domenica 30 marzo, a Palermo. Gli organizzatori parlano di “una insofferenza che cresce in tutta Europa e che si è manifestata anche in Veneto, con il referendum online che ha sancito la vittoria della spinta secessionista”.
Una conferenza per capirne di più
Ci troviamo davanti a una epocale presa di coscienza collettiva che segnerà il futuro dell’Europa, per come la conosciamo noi. I cittadini chiedono la risoluzione di problemi, anche gravi, e non il solito decalogo fatto di sacrifici, austerità e sangue. Due filosofi e due economisti dialogheranno su questi temi caldi della contemporaneità nella conferenza economico-filosofica dal titolo “L’Europa di domani. Tra Euro e austerità, quale futuro per l’Italia?” che si terrà all’Università di Tor vergata, a Roma, giovedì 3 aprile alle ore 17:00. Interverranno Giovanni Salmeri, filosofo e docente dell’Università di Tor Vergata, Gustavo Piga, economista e docente dell’Università di Tor Vergata, Diego Fusaro, filosofo e docente dell’Università San Raffaele di Milano e Claudio Borghi Aquilini, economista e docente dell’Università Cattolica di Milano.
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