Nel secondo giorno di incontri (24 giugno) tra i leader al Consiglio Europeo si discuterà, nell’ambito dell’EuroSummit, delle tematiche economiche scaturite dalla guerra russa in Ucraina con particolare focus su inflazione e indipendenza dall’energia di Mosca.
La riapertura dei lavori a Bruxelles coincide con l’EuroSummit, il meeting tra i 19 paesi UE aderenti alla moneta unica, l’Euro. Come sempre, prevista anche la presenza all’incontro dei rappresentanti della Banca Centrale Europea e dell’Eurogruppo (il consesso dei ministri delle Finanze comunitari).
L’economia dell’Unione Europea è forse la prima, sicuramente una delle più, ad essere scossa dalla guerra in Ucraina, con il suo portato di incertezza nei commerci e volatilità sui mercati finanziari. In particolare è ancora il tema dell’energia e della dipendenza dell’eurozona dagli idrocarburi moscoviti a tenere banco tra gli scranni di Bruxelles.
Putin, attraverso una politica di riduzioni improvvise ed ingiustificate delle forniture, sta causano un andamento irregolare e volto al rialzo dei prezzi di questo tipo di materie prime.
Non solo, i ritardi stanno frenando la tattica europea (non molto lungimirante in effetti) di aumentare gli approvvigionamenti siberiani al fine di riempiere in anticipo i depositi in vista della stagione invernale. Si possono leggere anche alla luce di questa prospettiva le diminuzioni del Cremlino, ossia quale tentativo di ostacolare questo obiettivo UE mantenendo gli stati membri succubi dell’energia russa anche per il prossimo inverno.
In tale contesto è emersa da qualche tempo la proposta, primariamente italiana, di fissare un prezzo condiviso per tutta l’Unione agli idrocarburi: il price cap.
Il provvedimento non raccoglie però l’unanimità richiesta alla sua approvazione, in primo luogo da parte dei cosiddetti “paesi frugali”, i quali, con la voce del premier olandese Mark Rutte, non negano la misura per principio, tuttavia dimostrano scetticismo nel perturbare un mercato già alquanto instabile e volatile.
Il Consiglio dunque non chiude totalmente, filtra la possibilità di una ridiscussione del tema ad inizio autunno: troppo in là secondo gli estimatori della direttiva economica, specie in relazione alla necessità di riempire gli stock per la stagione fredda prima dell’ennesima mossa inaspettata del presidente russo Putin.
Il più agguerrito sostenitore del price cap, e del resto il rappresentante dell’economia che ne trarrebbe probabilmente più giovamento, è il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi.
Il premier peninsulare spinge affinché sia convocato entro luglio un Consiglio Europeo straordinario nel quale discutere proprio del dispositivo e della situazione di diversificazione energetica complessiva dell’UE. Tuttavia non è in suo potere porre in agenda l’incontro, diritto che rimane prerogativa del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, il quale non si è ancora espresso in merito.
Tuttavia Draghi non sembra voler demordere e punta a portare a casa entro fine giornata il benestare del consesso ad un nuovo incontro entro il prossimo mese.
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