L’eutanasia: come funziona dal punto di vista medico? Si tratta di un’azione molto discussa negli ultimi anni nel nostro Paese, che consiste nel porre fine all’esistenza di una persona che si trova in condizioni di salute molto gravi, con l’obiettivo di porre termine alle sue sofferenze. Esistono varie tipologie di eutanasia, che cambiano in base a come si esegue l’azione. Al momento nel nostro Paese questa pratica è illegale, ma sono diversi gli Stati, anche dell’Europa, che la adottano da diversi anni. Tra questi possiamo ricordare, ad esempio, l’Olanda, il Lussemburgo e il Belgio. Sono diverse le argomentazioni di chi è d’accordo e allo stesso tempo sono numerose quelle di chi non è favorevole. Ma vediamo come funziona questa pratica dal punto di vista medico.
Eutanasia attiva e passiva
Esistono diverse forme di eutanasia. Quella attiva si verifica quando una persona agisce in modo specifico con l’obiettivo di causare la morte di un soggetto che vive una condizione di salute particolarmente grave. In pratica, l’eutanasia attiva consiste nell’agire in maniera diretta somministrando, ad esempio, una quantità esagerata di sedativi o di miorilassanti.
L’eutanasia passiva, invece, si verifica nel momento in cui un soggetto interviene nei confronti di un paziente in gravi condizioni di salute, non somministrando a quest’ultimo un trattamento necessario per mantenerlo in vita. In questo modo si agisce, in pratica, in maniera indiretta, evitando il ricorso a dei trattamento indispensabili per sopravvivere. Ad esempio, è il caso di quando si spengono le macchine che aiutano un malato terminale a respirare oppure quando non si effettua un intervento chirurgico che potrebbe favorire un allungamento dei tempi di vita del paziente.
Eutanasia volontaria, involontaria e non volontaria
Il dibattito è molto ampio anche se si tengono in considerazione gli elementi di distinzione tra l’eutanasia volontaria, quella non volontaria e quella involontaria. Nel primo caso una persona causa la morte di un soggetto su esplicita richiesta di quest’ultimo.
Nell’eutanasia non volontaria la decisione avviene da parte di un’altra persona diversa da quella che sta soffrendo. Succede, ad esempio, quando un paziente è in coma ed è incapace di esprimersi, ma un altro soggetto prende la decisione dell’eutanasia perché il paziente in coma aveva dichiarato in precedenza di essere favorevole, in casi come questo, a fare ricorso a questa pratica.
L’eutanasia involontaria è un caso molto particolare, che si può verificare quando una persona decide per la morte di un’altra, andando contro la volontà di quest’ultima. Succede quando, ad esempio, quando la morte sopraggiunge nel giro di diverse ore e si vogliono alleviare le sofferenze somministrando una dose letale di sedativi.