Da giorni l’isola di Rodi sta bruciando e da accelerante funge il tremendo caldo che sta attanagliando anche l’Italia. I turisti sono stati evacuati.
Sono oltre 2.000 le persone costrette ad abbandonare la zona, su 20 navi pubbliche ma anche su imbarcazioni private. Sono intervenute le forse antincendio di otto paesi dell’Ue, con mezzi aerei e non solo, perché la situazione è davvero fuori controllo.
In questo periodo la Grecia è affollata di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Una delle sue isole più amate è Rodi ma oggi ne parliamo per altri motivi, l’isola infatti bruca da cinque giorni. Il caldo contribuisce a propagare le fiamme ed è proprio questa la causa che fa nascere sempre nuovi focolai nonostante pompieri e volontari provenienti da diversi paesi, stiano lavorando senza sosta.
Oltre a otto paesi dell’Ue, hanno inviato rinforzi anche la Giordania, Israele e la Turchia, specialmente mezzi aerei ma anche di terra.
Oggi è stato il quinto giorno consecutivo di roghi in quattro località a Rodi e visitatori ma anche residenti locali sono stati costretti a fuggire per la loro sicurezza. Per lasciare le zone sono state utilizzate imbarcazioni della Guardia Costiera locale, della Marina ma anche private. Le persone sono state prelevate dagli hotel, dalle abitazioni e addirittura dalle spiagge a est dell’isola.
In queste ore sono state diffuse le testimonianze di coloro che sono a stretto contatto con questa situazione catastrofica, a partire da quella del vice capo dei vigili del fuoco della Grecia, che ha detto che questi incendi sono fra i più vasti e grandi affrontati dai suoi uomini di recente.
Per fortuna, il lato buono è che non sono stati segnalati feriti, questo è stato confermato dalla Protezione Civile, impegnata sul campo per dare assistenza e aiutare nelle operazioni di sgombero, ma anche da molto prima che la situazione degenerasse in questo modo.
C’è da dire che le aree colpite sono circa il 10% della capacità turistica totale di Rodi. Coloro che sono stati evacuati dalle strutture ricettive come tre hotel nella zona di Kiotari, danneggiati pesantemente, sono poi stati trasferiti in altri alberghi più sicuri. Al momento nell’area che va a fuoco, stanno lavorando cinque elicotteri e 173 vigili del fuoco.
Oggi 2.000 persone hanno dovuto interrompere la loro quotidianità o la loro vacanza, a seconda se siano residenti o turisti, ma nei giorni scorsi altri 10.000 sono stati costretti a fare la stessa cosa. Fra gli hotel colpiti, anche 12 nelle zone di Lardos Laermos e Pylon. Addirittura un monastero è stato evacuato e sebbene non ci siano stati tutto sommato feriti gravi, molti sono coloro che si trovano in ospedale per accertamenti perché comunque abbiamo alcuni intossicati.
Danni alle linee elettriche, buona parte dell’isola infatti è rimasta al buio. Il timore è che il persistere delle alte temperature favorisca nuovi roghi mettendo a dura prova coloro che sono impegnati sul luogo, già molto in difficoltà per il caldo record.
Solo pochi giorni fa c’è stato uno spaventoso incendio alle porte di Corinto, che ha reso necessaria l’evacuazione di alcuni campeggi estivi per un totale di 1.200 bambini.
Il maxi rogo che ha colpito la città marittima di Loutraki è solo uno dei tanti che stanno colpendo in questi giorni la Grecia, causati dalle altissime temperature e quindi dalla vegetazione secca ma anche dal forte vento che complica le operazioni di spegnimento.
Era il 17 luglio quando è scoppiato l’incendio e sono state ore di paura perché le aree sono ricche di alberghi e campeggi all’aperto, affollatissimi in questo periodo. Le criticità hanno costretto il sindaco della località a intervenire per portare via i bambini in villeggiatura, ma l’attenzione era forte anche nella zona dell’autostrada che collega Atene con Patrasso.
Altro rogo imponente quello di Kouvaras, a 50 chilometri da Atene e in questo caso è stato arrestato un uomo perché c’è il sospetto che abbia appiccato le fiamme. Poi però è stato rilasciato, infatti le autorità hanno accertato che le fiamme sono divampate per cause naturali, ovvero per il clima torrido di questa estate, una delle peggiori di sempre.
E come se non bastasse, a sferzare l’aria c’è il terribile vento caldo che a una velocità media di 50 chilometri orari, rende difficile le operazioni di spegnimento.
Ancora, roghi anche nelle località di Dervenochori e Kaparelli.
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