Come accade ogni anno, anche nel 2021 il Ministero dell’Economia ha reso pubblico un rapporto che è stato realizzato da una commissione apposita sull’economia.
In base all’ultimo documento che è stato diffuso nel mese di dicembre del 2021 e che vede come protagonisti i dati del 2019, le tasse non riscosse erano 86,6 miliardi di euro non pagate.
Era il 2016 l’anno in cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso pubblico un rapporto realizzato da una commissione e che vede come protagonisti i risultati “conseguiti in materia di misure di contrasti all’evasione fiscale e contributiva”.
Per fare in modo che questo calcolo sia quanto più preciso possibile, l’analisi fa riferimento al secondo anno precedente a quello in cui viene fatta la pubblicazione.
Quindi, in poche parole, il documento diffuso nel 2021 fa riferimento a due anni precedenti, ossia al 2019.
L’ultimo rapporto è stato quindi reso pubblico nel mese di dicembre del 2021, un documento in cui si affermava che l’evasione fiscale italiana era pari a 86,6 miliardi di euro.
L’imposta che più è stata evasa è quella dell’Irpef da parte dei lavoratori autonomi per un totale di 32,2 miliardi di euro. Al secondo posto troviamo poi l’IVA con un’evasione di 27,8 miliardi di euro seguita poi dall’Ires con un’evasione pari a 8,17 miliardi di euro.
L’indicatore che ha il compito di misurare l’evasione fiscale, ossia il Tax Gap, nel 2017 aveva scoperto un’evasione pari a 108 miliardi di euro.
In quel periodo di tempo che va dal 2014 al 2019, l’evasione fiscale è riuscita ad ottenere un valore medio di 93,5 miliardi di euro nel corso di ogni anno, una somma che va ben oltre i 35 miliardi di euro se si tiene presente l’evasione dei vari contributi previdenziali.
Quattro anni fa, ossia nel 2018, la cifra totale del Tax Gap era di 102,8 miliardi di cui ben 90,6 miliardi di euro che facevano riferimenti alle mancate entrate tributarie.
L’anno seguente, si è registrata una notevole diminuzione dell’evasione fiscale. Se si prendono come riferimento le imposte della Tasi e dell’Irpef per quanto riguarda il lavoro dipendente irregolare, si deve sapere che la flessione del Tax Gap viene rafforzata ancora di più nel 2018 a differenza dell’anno precedente in quanto questa vede una somma pari a 5,8 miliardi di euro.
Nel 2019 ci si è trovati di fronte di fronte all’ennesima diminuzione del Gap dell’IVA il quale è diminuita di 5 miliardi di euro passando così da 32 miliardi di evasione del 2018 a 27 miliardi di euro del 2019.
Di sicuro il merito va anche al fatto che nel 2015 è stato introdotto il meccanismo di Split payment insieme all’obbligo di utilizzare la fatturazione elettronica, una misura che è stata aggiunta nel 2018 e che nel 2019 è stato indirizzata ad un pubblico più vasto di contribuenti.
Dall’altra parte però è possibile affermare che l’evasione fiscale è decisamente aumentata per quanto riguarda le imposte dirette dei redditi sia da lavoro autonomo che d’impresa e anche per le accise le quali hanno visto un aumento di ben due punti percentuali.
Facendo riferimento invece ai redditi da lavoro autonomo e quello di impresa, possiamo affermare l’aumento verso il GAP è dovuto al fatto che gli importi dichiarati sono stati più bassi.
È molto importante segnalare anche il fatto che la dichiarazione dei redditi dell’anno 2019 viene presentata nel 2020, e quindi l’anno seguente.
Ciò che dimostra l’aumento delle evasione fiscale potrebbe essere quindi un effetto strettamente legato alla pandemia da covid-19, una situazione che ha provocato una grandissima crisi in diverse realtà aziendali che sono state costrette ad abbassare la saracinesca.
Nel rapporto condiviso a dicembre dello scorso anno è possibile anche leggere che nel corso dei prossimi anni la diminuzione del Tax Gap avrà un ruolo sempre più importante anche se si fa riferimento alla messa in atto del programma che prende il nome di Next Generation EU.
Il suo compito è quello di contribuire ad un rafforzamento dei vari percorsi di crescita in tutti gli stati membri in quel periodo a seguito della pandemia.
Sarà l’Italia a poter beneficiare per prima di due strumenti principali all’interno del NGEU.
Si fa riferimento al dispositivo per la ripresa e resilienza e al Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa.
Il primo è un dispositivo secondo cui si prevede che gli stati membri possano presentare un pacchetto di riforme e investimenti, il cosiddetto Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
All’interno delle raccomandazioni del 2019 è stato indicato anche come elemento prioritario, la diminuzione della pressione fiscale sul mondo del lavoro insieme alla compensazione con l’evasione, una situazione che avviene soprattutto in assenza di fatturazione.
L’Italia ha inoltre ricevuto un invito, ossia quello di migliorare e aumentare i pagamenti elettronici obbligatori diminuendo anche il pagamento in contanti.
Tra i vari obiettivi posti all’interno del PNRR c’è quindi anche la “Riduzione del tax gap”.
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