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Evaso da ospedale psichiatrico di Nizza, presunto killer catturato in Liguria

Dopo 24 ore di intense ricerche è stato catturato l’evaso francese Arnaud Delserre, avvistato a Perinaldo, provincia di Imperia: l’uomo, scappato dall’ospedale psichiatrico di Nizza, è stato fermato dalla Polizia di Stato e, come riporta la stampa locale, è già su una volante diretto in Francia. Tanta la paura nelle ultime ore: Delserre era stato riconosciuto da una signora che gli aveva aperto la porta di casa nei boschi Bordighera, tra Perinaldo e Vallebona. L’uomo aveva detto di cercare riparo, ma poi si è scoperto essere evaso da un ospedale psichiatrico di Nizza, dove era rinchiuso per un omicidio commesso nel 2011. Da lì è iniziata la ricerca del disabile psichico di 39 anni, scappato dal nosocomio della città francese lo scorso giovedì.

In tutta la provincia di Imperia è scattata un’enorme caccia all’uomo, con Polizia e Carabinieri impegnati a setacciare ogni angolo alla ricerca di Delserre. L’uomo, secondo le prime informazioni, era ricoverato presso la struttura psichiatrica per aver ucciso a coltellate un passante per strada nel 2011.

Da giovedì si erano perse le tracce in Francia: quella sera infatti si trovava già in Italia, dopo aver superato il confine. Perso nei boschi sopra Bordighera, l’uomo ha bussato alla porta di un’abitazione, chiedendo in francese acqua e un posto dove passare la notte.

La signora che gli ha aperto la porta ha pensato che si trattasse di un turista che si era perso, ma poi ha notato qualcosa di strano e gli ha chiesto di aspettare mentre chiamava il marito: il tempo di tornare indietro e l’uomo se n’era già andato.

A quel punto la donna si è rivolta alla polizia che le ha mostrato la foto segnaletica di Delserre. “Sembrava moribondo, come se fosse sotto l’effetto di tranquillanti o di qualche droga”, ha raccontato la signora. A farle scattare il campanello d’allarme era stata la sua richiesta di un posto dove nascondersi, dopo aver trascorso molte ore nei boschi, nutrendosi di erba. Quando ha aggiunto di non aver documenti, la donna ha capito che qualcosa non andava. “Tutto mi sembrava strano così ho chiamato mio genero che è poliziotto e lui a sua volta ha avvertito la Questura”, ha concluso.

Appena avuta la conferma di chi si trattava, le autorità hanno fatto partire la caccia all’uomo: le ricerche sono state estese a tutta la provincia, con la foto segnaletica diffusa in stazioni e caselli, bar, parrocchie e ogni luogo pubblico.

Lorena Cacace

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