[didascalia fornitore=”ansa”]Matteo Salvini in occasione della festa della Lega a Cervia[/didascalia]
Il pensionato Sergio Canavero scrive di suo pugno una lettera a Alessandro Sallusti che viene pubblicata su Il Giornale. L’ex dirigente, simpatizzante di Forza Italia e della Lega, si lamenta dell’esecutivo giallo verde dopo essere rimasto offeso dalle parole di Luigi Di Maio e in particolar modo si dichiara deluso da Matteo Salvini perché, a suo avviso, ha lasciato parlare a ruota libera il vicepremier cinquestelle sul tema delle pensioni. E quando ha definito ‘parassiti’ i pensionati d’oro, per Canavero si è toccato il limite. Ecco di seguito alcuni passaggi della lettera condivisa da tanti lettori.
Gent.mo direttore Sallusti,
chi le sta scrivendo è un giovane pensionato ”d’oro”, ex dirigente di grandi industrie elettromeccaniche private, andato in pensione con quarantaquattro (44) anni di regolari versamenti contributivi (qualche milione di euro in totale).
Secondo il signor Di Maio quindi, il perfetto prototipo del ”parassita sociale”. […] Ho così scoperto che siamo noi, che abbiamo studiato, magari lavorando, e poi lavorato senza risparmiarci per più di mezzo secolo. Noi che adesso abbiamo pure la pretesa che lo Stato rispetti quanto aveva pattuito con noi. Noi che abbiamo l’indubitabile colpa di avere adempiuto sempre e correttamente alle leggi dello Stato e alle regole della Previdenza. Quelle che stupidamente credevamo fossero le fondamenta del ”patto sociale” tra il cittadino e lo Stato.
[…] Vengo al punto. Alle ultime elezioni, a marzo, ho votato per Forza Italia (Politiche) e per la Lega (Fedriga alle Regionali). Ed è per questa ragione che è invece da Salvini che oggi mi sento tradito. Il taglio della mia pensione non era nel programma del centrodestra e della Lega, per i quali ho votato.
Nella mia associazione di categoria, i cui aderenti hanno votato in grande maggioranza per il centrodestra, il malessere per quanto sta accadendo relativamente all’atteggiamento della Lega è palpabile ed in crescendo. Non una parola in difesa dei ”parassiti sociali”, è il commento che si sente più frequentemente, è giunta da Salvini.
Poi il pensionato cita la proposta di un pensionato comparsa in una rubrica del Corriere della Sera il 26 luglio, che chiede provocatoriamente al ministro del Lavoro Luigi Di Maio ”di soprassedere oggi al taglio delle pensioni per avere in cambio nel prossimo futuro una legge che preveda l’eliminazione fisica dei parassiti sociali al raggiungimento dei 75 anni di età (la gallina domani invece dell’uovo oggi)”.
[…] Tutto ciò potrebbe avvenire con buona pace della Lega e di Salvini, che potrebbe così continuare ad occuparsi a tempo pieno e senza disturbi parassitari della ”marea nera” che sta invadendo il Belpaese.
Cordialmente. Segue la firma di Sergio Canavero.
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