L’Expo 2015 di Milano sta per tagliare il traguardo del primo mese di vita, e se dovessimo sintetizzare con uno slogan cosa è stato finora il grande evento internazionale, potremmo dire ‘Più cibo, meno idee’. È ovviamente ancora troppo presto per tracciare un bilancio definitivo, ma l’impressione è che finora l’interesse di visitatori ed addetti ai lavori sia rivolto prevalentemente alle meraviglie architettoniche dei padiglioni e alle specialità culinarie internazionali presenti, ma dei temi dell’Expo 2015, su come nutriremo il pianeta nel futuro, sulla sostenibilità ambientale di un mondo sovrappopolato e in preda a forti cambiamenti climatici, finora è emerso poco o nulla.
Un’idea geniale, quella di fare un’esposizione universale sui temi del cibo e del futuro, che rischia di andare sprecata: l’allarme è stato lanciato con forza anche dal fondatore di Slow Food Carlo Petrini, il quale pochi giorni fa, a margine dell’inaugurazione dello spazio della sua associazione, ha usato parole molto severe su ciò che finora è stato l’Expo milanese: ‘Doveva essere un’agorà del pensiero su ‘Nutrire il Pianeta’, il tema con cui abbiamo vinto questa Expo, ma non vedo il confronto sull’agricoltura del futuro e sulla realtà. Questo Expo è un’occasione persa‘. Anche dal punto di vista mediatico in effetti non è stato dato finora grande risalto alle soluzioni da mettere in campo per garantire la sopravvivenza all’umanità e al pianeta nel prossimo futuro, mentre ad emergere è l’immagine di un’Expo come una grande fiera eno-gastronomica, dall’indubbio successo di visitatori. Ma le idee dove sono?
L’unico progetto davvero illuminante, un vero e proprio esperimento sociale, è giunto dal Padiglione della Svizzera, quattro torri, riempite soltanto una volta con prodotti diversi, che i visitatori possono prendere gratuitamente dopo averle raggiunte tramite un ascensore posto al centro: lo scopo era testare la solidarietà umana e vedere come garantire un’alimentazione sufficiente per tutta la popolazione mondiale. Ebbene, dopo neanche 30 giorni l’esperimento rischia già di fallire visto che la voracità dei visitatori ha già fatto eaurire le mele e l’acqua. Di soluzioni per la sostenibilità del pianeta finora nemmeno l’ombra, in compenso una lezione l’abbiamo già imparata: l’unamità non è affatto generosa con il proprio prossimo, e di pensare seriamente al domani non ha alcuna voglia.