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Doveva essere un giorno di festa per Milano, con l’apertura di Expo 2015. Invece, dopo i festeggiamenti della mattina, e il colorato corteo dei partecipanti alla manifestazione ‘No-Expo Mayday’ , organizzata da centri sociali, sindacati e diverse associazioni contro l’esposizione universale, e per la festa dei lavoratori, un gruppo di black bloc hanno messo a ferro e fuoco parte della città. Nella centralissima via di Corso Magenta ci sono state auto date alle fiamme, barricate improvvisate con cassonetti poi dati alle fiamme, negozi distrutti, lanci di molotov e bombe carta da parte di piccoli gruppi di persone incappucciate. Già pochi minuti dopo il passaggio del cortei dei black bloc si vedevano persone in strada impegnate a fare pulizia: negozianti con la scopa in mano, dipendenti dei bar, semplici cittadini. Sabato mattina, con il sole splendente, al fianco degli operatori dell’Amsa sono scesi in strada anche cittadini volontari, che si sono dati da fare per cancellare le scritte fatte con la vernice. Almeno cinque gli arresti in flagranza eseguiti dalla forze dell’ordine. Molte altre le posizioni al vaglio degli inquirenti, mentre le indagini proseguono per identificare altri partecipanti ai disordini.
I danni
Sabato mattina è stata convocata una riunione in prefettura, al termine della quale il presidente della Regione, Roberto Maroni, ha affermato: “Ho detto all’assessore al bilancio di predisporre la costituzione di un fondo per risarcire i danni ai cittadini. Ci metteremo inizialmente un milione e mezzo di euro. Ci sono circa 50 auto danneggiate e una trentina tra negozi e case. D’accordo con il Comune, che farà la rilevazione dei danni, se non ci saranno le assicurazioni risarciremo noi: non siamo obbligati ma vogliamo dare il segnale che le istituzioni ci sono e sono dalla parte dei cittadini“. E ha aggiunto: “Predisporremo un fondo della Regione Lombardia da 1,5 milioni di euro per risarcire i cittadini dei danni a negozi ed esercizi, d’accordo con il Comune di Milano“.
Cosa è successo
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La manifestazione, indetta da diverse sigle sindacali e associazioni, era stata pacifica fino alle 16.30 circa, quando alcune frange di manifestati legati ai black bloc si sono staccati iniziando a dare il via alle violenze. Giunti all’altezza di Corso Magenta, via centralissima che collega piazza Cadorna, in cui sorge l’Expo Gate davanti al Castello Sforzesco, al Duomo, sono iniziati gli scontri. Dalle file dei manifestanti sono partiti oggetti, lanci di pietre contro le Forze dell’Ordine, molotov e bombe carta. Sono stati dati alle fiamme i cassonetti e alcune auto parcheggiate nella via. Distrutti negozi, prese d’assalto sedi di banche, imbrattati i muri: scene terribili di violenza nel cuore di Milano.
Le forze dell’Ordine hanno chiuso il gruppo nella piazza e hanno seguito i violenti fino a piazza Pagano, sede della fine del corteo autorizzato dalla Prefettura: si sono limitati i danni, chiudendo le vie d’accesso alla metropolitana e a piazza Castello, dove sorge l’Expo Gate. Sono state chiuse tre fermate nei pressi dei luoghi della violenza per evitare che i black bloc potessero arrivare alla sede dell’esposizione universale a Rho Fiera. Alcuni violenti si sono tolti gli abiti neri all’altezza di piazza Pagano e si sono cambiati, in modo da potersi infiltrare in città.
“Isolare, individuare, punire senza se e senza ma i delinquenti che stanno devastando Milano“, ha dichiarato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, mentre dalla Lega e dal M5S si chiedono le dimissioni di Angelino Alfano. “Pieno sostegno alle Forze dell’Ordine, che stanno fronteggiando, a Milano, la guerriglia urbana scatenata da imbecilli violenti che devono finire in galera“, ha scritto su Twitter il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Stesse parole anche da Beppe Grillo. “Pieno sostegno alle forze di polizia e ai vigili del fuoco impegnati contro i vandali“.
Le riflessioni del Movimento
Nella mattinata di sabato è stato diffuso un comunicato con una prima riflessione sui fatti del primo maggio a Milano da parte del movimento NoExpo, con una autocritica: “Ci siamo trovati costretti, nostro malgrado, a raccontare un corteo che, bisogna che siamo sinceri, non avremmo voluto così“. Nel testo, diffuso sul sito Milanoinmovimento.com, si legge poi: “Qualche ragionamento dobbiamo pure farcelo. Perché anni di lavoro sui contenuti, di condivisione e di lotte oggi sono stati letteralmente spazzati via dalla scena pubblica“. E ancora: “non abbiamo davvero niente da guadagnare dal totale isolamento nel quale ci ritroveremo, da domani, a fare politica nella nostra città“.
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