Dopo l’azione di Extinction Rebellion compiuta a Venezia, in cui gli attivisti hanno colorato le acque del Canal Grande di verde, ben 28 persone sono state denunciate. Alcuni di loro hanno ricevuto, inoltre, il foglio di via obbligatorio e un Daspo urbano.
Le accuse mosse a carico degli attivisti sono di violenza privata, interruzione di pubblico servizio, manifestazione non autorizzata e sversamento di sostanze pericolose.
Dopo aver colorato di verde le acque del Canal Grande di Venezia, circa 28 attivisti del movimento ambientalista Extinction Rebellion sono stati denunciati.
Inoltre, cinque di loro (tra cui una studentessa della Cà Foscari di Venezia) hanno ricevuto il foglio di via obbligatorio, ossia un provvedimento che prevede il divieto di rientrare nel comune senza l’autorizzazione del questore. Infine, tre persone hanno ricevuto un Daspo urbano di 48 ore. Accusato anche l’ufficio stampa del gruppo.
I carabinieri hanno, poi, sequestrato tutti i materiali utilizzati durante l’azione di protesta. In particolare, le accuse mosse a carico degli attivisti sono: violenza privata, interruzione di pubblico servizio, manifestazione non autorizzata e sversamento di sostanze pericolose.
Lo scorso sabato, inoltre, il sindaco Luigi Brugnaro aveva richiesto il carcere per gli attivisti. Dello stesso pensiero era anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, il quale ha affermato:
“Se per salvare l’ambiente questi imbecilli riescono solo a danneggiare monumenti, opere d’arte, chiese e perfino fiumi, da salvare rimangono solo i loro pochi neuroni rimasti. Multa e carcere per questi vandali”.
Un atteggiamento politico, dunque, particolarmente avverso nei confronti di tali manifestazioni.
Alle pesanti sanzioni ricevute, gli attivisti hanno risposto affermando che si tratta di pene esagerate rispetto ai reati commessi. Questo in particolare in relazione al foglio di via obbligatorio che, tra l’altro, secondo la legge non può essere notificato a chi ha un legame con la città.
Extinction Rebellion ha poi spiegato che la decisione del questore di Venezia ha violato il diritto di manifestazione del pensiero delle persone coinvolte, in quanto considerate “persone pericolose” solo per aver partecipato ad una manifestazione.
“Giorno dopo giorno, le questure di tutta Italia notificano denunce pretestuose per reati non commessi, costruendo una narrazione che definisce chi aderisce ai movimenti climatici come ecoterrorista, eco-vandalo e criminale”.
Ha affermato Margherita, una delle attiviste che è stata costretta ad allontanarsi da Venezia.
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