Ezio Raimondi è morto: fu italianista, saggista, filologo e presidente de Il Mulino

È morto a Bologna Ezio Raimondi: italianista, saggista e filologo, avrebbe compiuto novant’anni sabato prossimo. Nato a Lizzano in Belvedere il 22 marzo del 1924, Raimondi – originario dell’Appennino bolognese (a pochi chilometri di distanza dalla casa di Enzo Biagi) – era stato a lungo presidente dell’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna e presidente della rivista Il Mulino.

Nel corso di un’esistenza interamente dedicata alla filologia dei testi e alla letteratura italiana, Raimondi aveva insegnato all’università di Bologna: tra i suoi studenti anche il cantautore Francesco Guccini, che ebbe un rapporto stretto con lui (pur non laureandosi).

In un’intervista concessa due anni fa al Corriere della Sera, lo studioso emiliano aveva rivelato: “Il mio rapporto con i libri è fatto anche di assenza, di desideri, di momenti sofferti e di dubbi, un rapporto che mi avvicina a una totalità imperfetta, un atto di amicizia. Anche nella letteratura quel che conta è la nozione di amicizia, perché la letteratura tutela l’integrità dell’uomo, come di un amico che accettiamo così com’è“.

La morte di Ezio Raimondi è stata accolta con profondo cordoglio da Vasco Errani, presidente della Regione Emilia-Romagna: “Con lui perdiamo uno dei grandi protagonisti della cultura del ‘900, un uomo che ha dato lustro al nome di questa regione e dell’Italia nel mondo, che ha segnato delle vie di ricerca, creato una scuola. È la scomparsa di un vero maestro che ha fatto tanto per la sua Emilia-Romagna anche con una lunga permanenza alla presidenza dell’istituto per i Beni culturali“.

Tra i numerosi libri pubblicati dal letterato emiliano, si ricordano Il romanzo senza idillio. Saggio sui Promessi Sposi (edito da Einaudi), Tecniche della critica letteraria (ancora Einaudi) ed Ermeneutica e commento (Sansoni).

Romano Prodi ha ricordato Raimondi sottolineando che “è stato grande il contributo che egli ha saputo esprimere alla cultura del Paese e al prestigio della nostra Università. Generazioni di studenti si sono formate, sotto la sua guida, a riconoscere il valore universale della letteratura e della poesia come dialogo incessante di una comunità dalla quale nessuno è escluso“.

Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, ha parlato di “una perdita molto grave. Oltre a essere uno dei più grandi studiosi contemporanei, Ezio Raimondi alla guida dell’Ibc ha saputo coniugare profondamente le varie discipline con la nostra terra e le sue valenze, ha insegnato a guardare al futuro di un patrimonio per tramandarlo alle nuove generazioni con la profondità della sua etica e del suo spessore culturale“.

Dopo Cesare Segre, dunque, la letteratura italiana perde un altro suo grande studioso.

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