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Da venerdì 28 a domenica 31 marzo torna alla Fiera Milano City per la sua undicesima edizione la fiera del consumo critico Fa’ la cosa giusta. Tre giorni di appuntamenti, laboratori e workshop che indagano ogni aspetto del vivere green: dall’abitare sostenibile alla mobilità, dal cibo biologico e attento agli sprechi alla cosmesi naturale. Se siete curiosi di scoprire cosa potrete trovare tra gli stand, ecco cosa abbiamo visto per voi.
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Partiamo da uno degli aspetti che viene maggiormente sottolineato in questa edizione: l’alimentazione sostenibile. Le ultime stime distribuite dalla Fao parlano di numeri allarmanti: un terzo del cibo finisce nella spazzatura, per uno spreco che si aggira intorno ai 550 miliardi di euro. È il chiaro segnale che qualcosa non funziona, che questo sistema sta diventando insostenibile per la salute del nostro pianeta. Cosa possiamo fare quindi ogni giorno? Tornare alle cose semplici, quelle che venivano tramandate dai nostri nonni, riportando in auge il vecchio mantra del “non si butta via niente”.
Il progetto Cozinha Brazil (cucina Brasile) è attivo da diversi anni e si propone di cucinare (anche attraverso dei laboratori) con quelli che normalmente chiamiamo scarti: bucce e gambi di frutta e verdura riprendono vita e diventano piatti gustosi. A Fa’ la cosa giusta si parla di street food, si espongono prodotti della filiera corta e biologici, ma si parla anche di tradizione. In che modo? Ad esempio con la pasta madre, il lievito naturale per crearsi da soli il pane, in un laboratorio (sabato 29 marzo dalle 19 alle 20 in Piazza Mangia Come Parli, a cura di La Cucinoteca) dove si potrà rinfrescare l’impasto e portarsi a casa un pizzico di materia viva.
Un altro stile di vita quindi ma anche una nuova economia, che qui si può trovare anche attraverso i social market, ovvero negozi dove persone e famiglie segnalate dai servizi sociali possono comprare cibo e beni di prima necessità a prezzi di convenienza, come l’associazione Terza Settimana, che ha aperto due punti, uno a Milano e uno a Torino.
Dopo il cibo e la nostra alimentazione, cosa produce un forte impatto sull’ambiente? La mobilità. La sezione Mobilità sostenibile presenta tutte le ultime novità in materia di bici, veicoli elettrici, car sharing, come il car2go, da poco approdato anche a Roma, dopo il successo milanese, e car pooling, come il Blablacar. Condividere il viaggio, abbattendo i costi e l’impatto ambientale è stata la chiave del successo di un servizio come Blablacar: ogni giorno moltissimi pendolari si mettono d’accordo attraverso la loro piattaforma online per gli spostamenti quotidiani o del weekend.
Parlando con gli organizzatori del servizio, i numeri sono davvero significativi: dall’inizio del servizio quasi due anni fa, nel maggio 2012, i contatti sono triplicati.
Il mezzo sostenibile per eccellenza rimane comunque la bici, come siamo messi in Italia? Ne hanno parlato durante l’incontro “L’A-bici della mobilità”, studio portato avanti da Legambiente, bikeitalia.it e Rete Mobilità Nuova, mostrato in anteprima alla manifestazione Fa’ la cosa giusta, al quale segue una proposta di legge approdata alla Camera per l’introduzione di target di mobilità urbana. Lo studio evidenzia quello che a prima vista potrebbe sembrare un sostanziale paradosso: per aumentare la mobilità sostenibile non bastano solo le piste ciclabili. A dirlo sono i numeri: una città come Reggio Emilia, in cima alle graduatorie per indici di ciclabilità, non ha poi nella pratica un pari utilizzo della bici per gli spostamenti, ed è superata da città più basse in graduatoria, come Pesaro. Questo perché creare piste ciclabili non basta. Spesso si creano in zone dove non ce n’è una reale necessità ma c’è spazio, e non si disincentiva realmente l’utilizzo del mezzo privato. Come farlo? Partendo ad esempio dalla moderazione della velocità, con zone a 30 km/h nei centri urbani e non solo, tariffe di sosta con prezzi diversi in base alle zone o aree limitate come l’area C a Milano. Insomma, c’è ancora tanta strada da fare ma i risultati tangibili ci sono, con esempi virtuosi come Parigi o Bilbao, Budapest, e tanti altri: bisogna partire seguendo queste stelle polari e avere un po’ di coraggio, soprattutto all’interno delle amministrazioni comunali, cercando un modello di risultati tangibili in termini di risparmio, come si fa oggi per la raccolta differenziata.
Interessante l’iniziativa del Gai (gruppo acquisto ibrido) che applica l’ideologia alla base degli ormai famosi gruppi d’acquisto collettivi, applicato però alle auto ibride o a mezzi sostenibili. Raggiunte le venti/quaranta persone, gli organizzatori si mettono in contatto con le concessionarie che avranno così dei contratti sicuri, rendendo però felici anche i consumatori, che potranno avere una macchina con il 20% di sconto e ulteriori incentivi su pneumatici e tagliandi. Non solo mobilità ma anche risparmio energetico in tutte le sue forme, anche nelle case, con materiali green e innovativi.
Anche l’arredamento infatti può farci risparmiare e fare un favore all’ambiente. Parliamo quindi della recente riscoperta del riciclo e dell’utilizzo di progetti di realizzazione semplificati. Ne sono un esempio i mobili in legno senza viti di Bigmagma, che sfruttano gli incastri naturali dei materiali. Lo stesso collettivo di menti ha creato dei porta cellulari e amplificatori con materiali di recupero dai motori usati di vecchie auto. Belle da vedere ma anche funzionali: ecco le creazioni con cartone sostenibile di Nextmade, che propone depuratori antibatterici e diffusori di fragranze con tecnologie sviluppate dal Politecnico di Milano.
Anche la cura della persona non viene trascurata grazie alla cosmesi naturale, alla moda etica con materiali di recupero o alle tecnologie che aiutano l’ambiente. Una posizione di rilievo viene data anche all’aspetto sociale. Torna in questa 11esima edizione, la sezione Sprigioniamoci! – Economia carceraria, uno spazio riservato alle cooperative e associazioni di promozione culturale che lavorano con i carcerati. Fra le realtà presenti troviamo la Cooperativa Sociale Divieto di Sosta, del carcere di Verbania, con i dolci della Banda Biscotti, senza coloranti, conservanti o additivi, la cooperativa sociale Rio Terà dei pensieri, che propone cosmetici biologici e borse e accessori in materiale riciclato o le magliette dell’associazione ecologica Made in Jail, il cui ricavato serve a finanziare iniziative volte alla formazione e al reinserimento dei detenuti.