Faceva violentare la figlia 15enne disabile in cambio di pochi euro e di rapporti omosessuali prima di essere incastrato da un nigeriano in collaborazione con la Polizia. Così è stato fermato e posto sotto processo un papà-orco di Monteverde, a Roma. L’uomo ha anche tentato di giustificarsi davanti agli inquirenti, affermando che lo faceva per il bene della figlia, muta e costretta sulla sedia a rotelle. Nel corso delle indagini gli agenti hanno trovato anche i video delle violenze, filmati da lui: lo stesso padre a volte partecipava agli stupri. In casa inoltre sono stati scovati altri video e materiale pedo-pornografico. Per l’uomo sono scattate le accuse di violenza sessuale di gruppo, detenzione di materiale pedo-pornografico e maltrattamenti. Per lui è stata chiesta una condanna a 16 anni di carcere perché ritenuto sano di mente, mentre il Comune di Roma, in qualità di tutore legale, ha chiesto un milione di euro di risarcimento per la vittima.
Come racconta il Messaggero, tutto ha inizio quando l’uomo ferma per strada un 28enne nigeriano, offrendogli un rapporto sessuale con la figlia per pochi euro in cambio di un rapporto omosessuale con lui. Insospettito, il giovane finge di accettare, recandosi subito dopo dalla Polizia: a quel punto gli agenti gli chiedono di fare da esca e lui, che nel suo paese natale era un investigatore, accetta.
Si arriva al giorno dell’appuntamento. Su un’auto c’è una ragazzina di soli 15 anni, disabile, e un uomo che cerca di chiudere l’affare per circa 20 euro e un secondo rapporto, questa volta omosessuale.
A quel punto scatta l’intervento della Polizia che scopre un orrore senza fine: è il padre quarantenne, infatti, a vendere la figlia, facendola violentare per pochi soldi e ottenendo in cambio anche un rapporto per lui.
Le indagini permettono di ricostruire l’inferno in cui l’uomo costringeva la figlia, scegliendo i “clienti” per strada tra gli stranieri più disperati. Gli inquirenti hanno trovato i video delle violenze, girati dall’uomo che a volte partecipava agli stupri di gruppo. Inoltre è stato requisito materiale pedo-pornografico.
Messo di fronte alle accuse, il papà-orco , sposato e con tre figli, ha anche cercato di difendersi. “Avrò sbagliato ma volevo solo aiutare mia figlia. Pensavo che se avesse avuto intimità sarebbe stata meno soggetta a crisi”, ha dichiarato di fronte agli inquirenti increduli.
La ragazzina, disabile e con un forte ritardo mentale, era incapace anche di parlare, urlare o chiedere aiuto. Ma il padre ha tentato di discolparsi dalla tremende accuse di sevizie e violenze alla figlia: “Non ho mai toccato mia figlia e non ho mai fatto circolare i video, li ho girati solo per paura di essere ricattato da quegli uomini”, ha poi concluso.
Ora l’uomo rischia una condanna a 16 anni di reclusione, come chiesto dalla Procura, mentre anche altre due persone potrebbero essere condannate a due anni e otto mesi: sarebbero due africani che hanno partecipato alle violenze.
Il nigeriano che ha fatto da esca facendo arrestare il “mostro”, invece, ha ricevuto come premio un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
La sentenza del processo a carico del papà orco è attesa a giorni.
Testi a cura di Lorena Cacace e Kati Irrente
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