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Continua il botta e risposta tra Fabio Fazio e l’Ordine dei Giornalisti dopo la scelta del conduttore ligure di girare uno spot per la TIM. Il motivo del contendere è la presunta incompatibilità tra la qualifica professionale di Fazio, che è iscritto all’Ordine dal 1993 nell’elenco dei pubblicisti, e il ruolo di testimonial di una campagna pubblicitaria. La Carta dei Doveri del giornalista vieta infatti di assumere ‘incarichi e responsabilità in contrasto con l’esercizio autonomo della professione, o di prestare il nome, la voce, l’immagine per iniziative pubblicitarie incompatibili con la tutela dell’autonomia professionale’. Pena la sospensione dall’albo e la successiva espulsione.
Fabio Fazio è quindi nei guai? Non è detto e vi spieghiamo perché. Innanzitutto è giusto fare una premessa: il presentatore di Che Tempo Che Fa non è un giornalista professionista ma con la Rai ha un contratto come conduttore televisivo. È invece iscritto all’albo dei pubblicisti.
Detto ciò, Fazio si è comportato in maniera a nostro avviso corretta, comunicando al Consiglio Regionale dell’OdG ligure in tempi non sospetti (cioè prima ancora di girare lo spot) l’intenzione di prestare il suo nome, la sua voce e la sua immagine per una campagna pubblicitaria. Nella stessa lettera Fazio ha chiesto al Consiglio di valutare se tale attività fosse in contrasto con il suo ruolo di conduttore televisivo (e non di giornalista professionista), e di provvedere alla sua immediata cancellazione dall’elenco dei pubblicisti nel caso in cui la risposta fosse stata negativa.
Quindi Fazio ha fatto esattamente quello che doveva fare, segnalando nei tempi e nei modi previsti la sua volontà di essere cancellato dall’albo in caso di incompatibilità. Il problema è sorto quando, per motivi burocratici, i vari organismi dell’Ordine dei Giornalisti non sono stati in grado di dargli una risposta celere: il Consiglio Regionale dell’OdG ligure si è infatti dichiarato non competente in materia, invitando il conduttore a girare il quesito al Collegio Territoriale di Disciplina. Fazio, con santa pazienza, si è dunque rivolto a tale Collegio, che però, non essendo un organo consultivo, non ha potuto rispondere alla richiesta senza che prima fosse formalizzato un procedimento disciplinare. Che, a quanto pare, non è stato ancora formalizzato!
Intanto Fabio Fazio il suo spot l’ha girato e le immagini vengono trasmesse tranquillamente in TV, generando ovviamente confusione tra chi non conosce l’intera storia e pensa che il buon Fabio stia contravvenendo alle regole della Carta dei Doveri del giornalista. Ne sapremo di più nelle prossime settimane, quando finalmente il Collegio Territoriale di Disciplina competente aprirà alla buon’ora un procedimento disciplinare nei confronti di Fazio. Immeritato, a nostro parere, visto che la sua richiesta di cancellazione dall’albo era partita in tempo, ma contro i paletti della burocrazia si finisce sempre alla stessa maniera.
E le grane, per Fabio Fazio, rischiano di continuare anche dopo aver risolto questa faccenda. Il motivo è presto detto: quando avrà ottenuto la cancellazione dall’elenco dei pubblicisti (e quindi non sarà più un giornalista), sarà ancora libero di intervistare nei suoi programmi i grandi protagonisti dell’attualità e dell’intrattenimento senza incorrere nel reato di esercizio abusivo della professione giornalistica? Per lo stesso motivo Barbara D’Urso ha avuto i suoi bei guai e ora la situazione potrebbe ripetersi…
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