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Il controverso Fabrizio Corona è stato arrestato nella mattinata di lunedì 10 ottobre 2016 su ordine del gip di Milano, Paolo Guidi, con l’accusa di intestazione fittizia di beni. In particolare l’accusa fa riferimento al milione e 760 mila euro scoperti in casa di una sua collaboratrice, abilmente (ma poi neanche tanto, visto che sono stati trovati) nascosti nel controsoffitto di una stanza. Secondo i pubblici ministeri Ilda Boccassini e Alessandra Dolci, quel denaro apparterrebbe allo stesso Corona e non alla sua collaboratrice Francesca Persi (arrestata anche lei). L’ingente somma di denaro è stata rinvenuta nel corso di una perquisizione effettuata lo scorso mese di settembre nell’ambito di una inchiesta che, da fonti provenienti da ambienti giudiziari, sarebbe partita dopo lo scoppio di un grosso petardo esploso a Ferragosto davanti l’abitazione di Corona.
Per Fabrizio Corona c’è pure l’aggravante di aver commesso questo presunto reato durante il periodo di affidamento in prova ai servizi sociali, beneficio del quale stava godendo da oltre un anno e che gli stava consentendo di scontare il resto della vecchia pena fuori dal carcere.
Secondo gli inquirenti, il denaro scoperto e sequestrato nei giorni scorsi a Milano si riferisce a pagamenti in contanti ricevuti quest’anno dall’ex re dei paparazzi da parte di discoteche e altri locali notturni per le sue ospitate: compensi che sarebbero stati versati in nero a Corona attraverso una sua società, l’agenzia Atena, che si occupa di eventi e promozioni. Sulle prestazioni non sarebbe stata pagata neanche l’Iva.
Corona avrebbe dunque fatto gestire a Francesca Persi (sua collaboratrice e titolare dell’Atena) gli introiti in nero delle sue serate. Gli investigatori credono inoltre che Corona e la Persi non abbiano nascosto soltanto il milione e 700 mila euro trovato nel sottotetto pochi giorni fa, e per questo motivo è stata ordinata una rogatoria in Austria per cercare altre grosse disponibilità di denaro contante dell’ex marito di Nina Moric.
Viste le accuse, il Tribunale di Sorveglianza non poteva fare altro che revocare l’affidamento in prova ai servizi sociali ottenuto da Corona il 18 giugno 2015 e notificargli l’ordinanza di custodia cautelare presso il carcere di San Vittore a Milano. Pare che in ogni caso, visto anche il clamore creato dal servizio de Le Iene andato in onda domenica 9 ottobre, in cui si è parlato proprio dei compensi in nero per le serate di Fabrizio Corona (con l’ausilio di registrazioni telefoniche dai contenuti inequivocabili), l’ex fotografo dei vip avesse già deciso di presentarsi spontaneamente alle Forze dell’ordine.
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