[fotogallery id=”395″]
Fabrizio Corona si trova in comunità. I giudici hanno deciso di destinarlo alla struttura di don Mazzi, in modo che, affidato ai servizi sociali, possa scontare il resto della pena. La comunità Exodus di don Mazzi ha aperto le porte all’ex re dei paparazzi fuori dal carcere, dopo che Corona ha trascorso più di due anni e mezzo ad Opera. Il sacerdote che lo ha accolto crede fortemente in lui e si esprime molto chiaramente invocando il perdono da parte dell’opinione pubblica. Secondo don Mazzi è doveroso che la gente creda nuovamente in Fabrizio Corona, anche perché la giustizia, secondo lui, lo avrebbe trattato in modo assurdo.
Don Mazzi in una recente intervista rilasciata a Famiglia Cristiana afferma che da anni sta assistendo Corona, perché la sua è una storia come tante altre. E’ proprio partendo da questa ultima storia che vorrebbe discutere su alcuni temi che hanno caratterizzato da sempre il suo operare come sacerdote.
Fra queste tematiche importanti, che il prete vuole far notare, c’è quella dell’abolizione delle carceri minorili e della sostituzione con strutture non carcerarie. Don Mazzi dice che si dovrebbe prevedere l’impiego di educatori preparati, che permettano alla gente di riparare a quello che ha commesso. Secondo il sacerdote, però, al posto del carcere ci vorrebbero modi e tempi non repressivi e rieducativi. Non si dice impreparato sulla questione, anzi è pronto a far notare come il nostro Paese sia avanti in questo senso e come in Italia tante persone siano pronte a mettersi avanti per questa esperienza interessante.
Secondo don Mazzi, è vero che Corona non è un minore e nemmeno un adolescente, è anche vero che ha commesso una serie di azioni inspiegabili. Don Mazzi ha parlato a lungo con Corona degli sbagli che ha commesso, però trova assurdo che la giustizia l’abbia trattato in questo modo. Il sacerdote vuole partire dalla questione di Corona, per proporla come simbolo dell’intera situazione carceraria italiana.
Ha detto che non vuole svalutare il dolore immenso che certi giovani procurano agli innocenti, ma preferirebbe un metodo più auto-educativo e profondo. Secondo don Mazzi, i ragazzi che hanno sbagliato non devono peggiorare, ma migliorare attraverso progetti, attività, studio, sport e lavoro.