Fabrizio Corona in comunità fa il cuoco e lavapiatti per i rifugiati

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Fabrizio Corona in comunità fa il cuoco e lavapiatti per i rifugiati. Uscito di galera l’ex paparazzo deve finire di scontare 5 anni ai servizi sociali attraverso l’affidamento ad Exodus di Don Mazzi, dove Corona si occupa di …rifugiati. Le ultime news su Fabrizio Corona arrivano dal magazine Chi, che spiega come la comunità nata per il recupero dei tossicodipendenti sia oggi anche un punto di accoglienza per i rifugiati, cui il fotografo siciliano fa da ‘badante’. Un lavoro di cui non si lamenta minimamente, come spiega lo stesso fondatore della comunità che ospita Corona.

La nuova vita di Fabrizio Corona ricomincia dai rifugiati: una trentina di nigeriani sono ospiti della comunità Exodus, e Corona, pare, impartisce loro lezioni di informatica, serve il pranzo, lava i piatti e pulisce i bagni. A rivelarlo è un entusiasta Don Mazzi, che a Chi che pubblica alcune foto in esclusiva spiega come l’ex paparazzo rispetta orari e obblighi, non si lamenta se deve cucinare per tutti o pulire i bagni, ed è felice e ubbidiente. Unica cosa, come scrivevamo anche noi qui, ‘gli manca l’amore, una donna, una ragazza‘.

Insomma, Corona sembra proprio aver intrapreso un percorso di redezione, dimostrando di meritare quei servizi sociali concessigli dopo un lungo calvario cominciato un anno fa, quando dal carcere il fotografo aveva rivelato la pesantezza del carcere. Da lì era cominciata una catena di solidarietà e la mamma Gabriella aveva anche scritto all’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e a Papa Francesco, per chiedere la grazia.

Su Corona era stata poi disposta una perizia psichiatrica che aveva certificato una forma di psicosi con attacchi di panico, ansia e crisi depressive: dopo oltre due anni di carcere, a giugno l’ex paparazzo è uscito da opera ed affidato a Don Mazzi, che nei mesi precedenti si era dichiarato disponibile a ‘provare’ Corona e a dargli una nuova possibilità, minacciando anche di raccontare una triste storia della giustizia italiana in caso di mancata scarcerazione.

Oggi, a quasi due mesi dalla il nostro oggi non può esattamente fare quello che vuole (può vedere l’ex moglie, la mamma e il figlio, ma deve ad esempio evitare le esternazioni pubbliche) ma sembra aver messo la testa a posto e voler mantenere fede alla promessa fatta dopo l’uscita: ‘Sono felice – disse – e giuro che in carcere non ci tornerò più‘.

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