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Fabrizio Corona ha iniziato una nuova vita fuori dal carcere. E’ stato destinato ai servizi sociali presso la comunità Exodus, gestita da don Mazzi. Una folla di curiosi si è radunata proprio nel luogo in cui è stato portato Fabrizio Corona, pronti a poter scorgere qualcosa. In realtà c’è poco da vedere, anche perché il famoso fotografo non può uscire dalla sua residenza, a meno che il suo programma riabilitativo non preveda qualche lavoro da compiere all’esterno. Dalla strada qualcuno osa rivolgersi a lui, ma dall’interno non arriva nessuna risposta.
Fabrizio Corona ormai ha imparato la lezione, sa benissimo che deve rispettare le misure che sono state imposte. Rimane nella sua stanza, che è un quadrato di 2 metri per 2, al primo piano. All’interno della camera un letto con lenzuola azzurre, un comodino con sopra un notebook Apple, un piccolo armadio e una bacheca di sughero. E’ proprio il fotografo dei vip che si rivolge all’avvocato Ivano Chiesa e gli dice che lì sta bene, che i ragazzi che ci sono all’interno della comunità gli vogliono bene.
Corona rimane lontano dalle finestre, può navigare in rete, ha ricevuto all’interno della comunità la madre e sta con gli altri 8 ragazzi, che hanno esperienze di carcere e tossicodipendenza e che lavorano come giardinieri o addetti alle pulizie. Il regime di affidamento alla comunità di don Mazzi, a cui è stato sottoposto Fabrizio Corona, dovrà essere rivisto tra 6 mesi dal tribunale.
Al Corriere della Sera il fotografo racconta come il carcere riesce a cambiare le persone. Ricorda la sua vita passata, prima del carcere, quando viveva “a duemila”. Corona dice che aveva una moglie come Belén, faceva le serate all’Hollywood e poi, quando è entrato in carcere, ha trovato delle storie umane che l’avrebbero resettato completamente. Fra queste storie c’è quella di Carlos, l’ecuadoriano, con il quale ha condiviso la cella nel carcere di Opera.
Ha raccontato che lo guardavano a vista, per paura che compisse gesti autolesionistici. Ha fatto presente che la vita nel carcere è stata dura, ma Corona ha detto di essere convinto di aver lasciato un buon ricordo. Ha raccontato di aver fondato anche una squadra di calcio, i Corona’s. Lui stava in porta. Poi tutto è finito perché il direttore non ha voluto.
Qualcuno gli ha domandato qual è il primo piatto che ha mangiato appena uscito dalla prigione e lui ha risposto che hanno cucinato delle mezze penne integrali, per tenersi in forma. Ha colto l’occasione di spiegare che aveva in banca milioni di euro ed è stato arrestato perché ha usato una banconota falsa. Lui stesso si rende conto che non è stato un comportamento molto lucido.