Ancora guai per Facebook, il noto social network creato da Mark Zuckerberg nel 2014. Doppi guai, se vogliamo essere precisi. Perché le denunce antitrust contro il social sono ben due: una da parte delle autorità federali della Federal Trade Commission e una da parte della procura generale di New York e appoggiata da altri 47 stati americani.
La procura e le autorità federali hanno accusato Facebook di monopolio. Ma non solo. Infatti hanno anche messo in discussione le grandi acquisizioni degli ultimi anni, quelle di Instagram e WhatsApp.
Le indagini, durante oltre un anno, si sono concentrare su tre fronti: la posizione di monopolio di Facebook che va ad incidere sulla privacy degli utenti, l’acquisizione dei rivali sopracitati per neutralizzarli e le varie strategie messe in atto dal social media per bloccare l’accesso alle società considerate una minaccia al business di Facebook.
La risposta del social creato da Zuckerberg non si è fatta attendere. Facebook è infatti passato subito al contrattato, accusando l’Antitrust americano di essere “revisionista”.
Dopo aver annunciato che si difenderà “con forza” dalle duplici accuse, Facebook ha commentato l’attacco all’acquisizione di Instagram e WhatsApp spiegando che l’Antitrust, ai tempi, autorizzò entrambe le acquisizioni.
“Instagram e WhatsApp sono diventati gli straordinari prodotti che sono perché Facebook ha investito miliardi di dollari, competenze e anni di innovazione per sviluppare nuove funzionalità e migliori esperienze per i milioni di persone che amano questi prodotti”.
E ha continuato: “Il fatto più rilevante che la Commissione non menziona nella denuncia di 53 pagine è che ha autorizzato queste acquisizioni anni fa. Questa storia è revisionista. Le leggi antitrust esistono per proteggere i consumatori e promuovere l’innovazione non per punire le aziende di successo”.
“Qualunque tentativo di soffocare la concorrenza, di danneggiare i piccoli business, di ridurre creatività e innovazione, di tagliare le protezioni della privacy, si scontrerà con la piena forza della nostra authority” ha detto durante una conferenza stampa Letitia James, procuratore generale di New York.
“Per quasi un decennio Facebook ha usato il suo dominio e potere monopolistico per schiacciare rivali più piccoli e soffocare la concorrenza, a spese degli utenti. Oggi interveniamo a nome di milioni di consumatori e di tante piccole attività che sono stati colpiti dal comportamento illegale di Facebook”.
L’obiettivo, ha spiegato James, è quello di far arretrare la condotta anti-correzionale del social network e “restaurare la concorrenza in modo che innovazione e libera concorrenza possano fiorire”.
“Il governo vuole cambiare le regole del gioco” ha scritto in una nota il vice presidente e general counsel di Facebook Jennifer Newstead. “Le persone e le piccole imprese non scelgono di usare i servizi gratuiti e la pubblicità di Facebok perché devono, li usano perché le nostre app e i nostri servizi offrono maggiore valore aggiunto. Difenderemo con forza la capacità delle persone di continuare a fare questa scelta”.
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