A condividere su Facebook le foto dei propri oggetti di lusso, si rischia di finire in mano agli estorsori. È quello che è successo ad alcuni imprenditori di Alessandria e dintorni, vittime di una banda di calabresi che millantavano l’appartenenza alla ‘ndrangheta. Una volta ottenuti i soldi li andavano a sperperare alle slot.
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Da qui il nome “operazione Jackpot” che ha portato all’arresto di quattro persone. Tutti calabresi emigrati in Piemonte, tra i 28 e i 45 anni, due con precedenti per truffa e altri reati. I banditi sceglievano le prede non in base alla professione ma al tenore di vita. Chi era un imprenditore di successo ma non lo esternava poteva stare tranquillo. Coloro che invece postavano le foto di orologi o auto di lusso su Facebook, oppure frequentavano ristoranti costosi, finivano nel mirino della banda. I malviventi li avvicinavano chiedendo soldi. Per spaventarli mostravano il video su Youtube dell’arresto di un boss della ‘ndrangheta, omonimo di uno di loro, millantando parentele. Tutte balle, ma il trucco funzionava.
Cinque imprenditori sono finiti nelle grinfie della banda dall’estate del 2014 al gennaio 2016. Tra gli episodi più eclatanti, quello capitato a uno di loro a cui era stata chiesta in prestito l’auto sportiva. Lui si era rifiutato, e i banditi si erano presentati a casa portandosi via una televisione da 4mila euro e l’iPhone dal valore di più di mille euro. Alcuni imprenditori sono stati anche vittime di usura. L’interesse del prestito degli strozzini, da saldare nel giro di pochi giorni, arrivava al 100 per cento. Dopo la denuncia ai carabinieri sono partite le indagini che hanno portato all’arresto dei banditi, accusati di estorsione e usura.