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Categories: Politica

Facebook rimuove lo status Mi sento grasso

Facebook ascolta il parere del web e rimuove la scritta Mi sento grasso (“I feel fat”) che tanto aveva fatto infuriare per il suo “razzismo” nei confronti di chi è sovrappeso e soprattutto nella fastidiosa e errata concezione dell’essere grasso come un sentimento, uno stato d’animo. Aveva alzato la polvere la campagna internazionale “Fat is not a feeling” che è stata pubblicata sul portale delle petizioni online Change.org dall’associazione Endagered Bodies e che in pochi giorni ha raccolto qualcosa come 16mila firme.

Ultimamente, Facebook ha introdotto la possibilità di associare al proprio status una emoticon che consente di specifiare meglio il proprio stato d’animo e così si può trovare felice, amato, arrabbiato ecc… fino a quelli più particolari tra i quali emergeva anche il controverso “mi sento grasso”. Il fatto è che essere grassi non è uno stato d’animo e dunque si andava a considerare in senso negativo questa condizione, come se a essere sovrappeso fosse una colpa o comunque qualcosa associato alla negatività. Senza considerare tutto ciò che c’è eventualmente dietro a una condizione del genere.

TRUCCHI FACEBOOK: LE MIGLIORI FACCINE E EMOTICONS

Facebook ha preso atto del grande numero di firme, 16.000, raccolte dall’associazione Endagered Bodies su Change.org e ha deciso di rimuovere questo status con estensione globale dunque non soltanto negli USA, ma anche nel resto del mondo, Italia compresa. Il titolo della petizione era inequivocabile ossia “Fat is not a Feeling” ed è stata aperta a otto diversi paesi, Italia compresa. L’accusa è quella che la piattaforma potesse portare a vergognarsi del proprio corpo.

EMOTICONS NELLE OPERE D’ARTE

Una decisione giusta che evita problemi che spesso sono sottovalutati o – come in questo caso – totalmente ignorati. Presto le emoticons saranno sempre più attente a tematiche sensibili come queste e andranno a considerare anche tutto il discorso legato alle comunità LGBT e dunque a rendere le faccine gay-friendly. E in più, anche multietniche.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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