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Due dei temi chiave della campagna elettorale sono l’immigrazione e la sicurezza, argomenti sensibili per il centrodestra come ha dimostrato Silvio Berlusconi nelle sue recenti uscite televisive. Ospite da Barbara D’Urso, il leader di Forza Italia ha dato alcuni numeri, indicando nel governo Renzi il colpevole della cosiddetta “crisi dei migranti”. Inoltre, ha parlato di un aumento della criminalità in Italia, dovuto alla presenza di mezzo milione di migranti che delinquono. Per la precisione, sul tema migranti ha detto che “è tutta colpa di Renzi e della sinistra, che hanno firmato il trattato di Dublino, che hanno scelto in maniera scellerata di prendersi carico dei migranti che sbarcano in Italia. Qui il 95% dei migranti arrivati e non possiamo trasferirli altrove, dobbiamo tenerceli, individuarli uno ad uno e rispedirli nei Paesi di origine”. Per quanto riguarda la sicurezza, ha invece affermato che “la sicurezza in Italia non c’è più. Ogni venti secondi si verifica un reato, ogni 4 minuti un furto in un negozio e ogni due giorni si verificano tre rapine in banca. Questo perché alla criminalità italiana si è aggiunta la criminalità di 466mila immigrati in Italia che per mangiare devono delinquere”. Ha ragione o ha torto? Ecco il nostro fact checking.
Sicurezza e migrazione sono argomenti molto sensibili. Il primo riguarda la vita di tutti noi ed è indicato dal numero di reati compiuti su suolo nazionale, a cui si aggiunge la percezione dei cittadini di essere più o meno sicuri. Il secondo è non solo delicato ma complesso, visto che riguarda persone in carne e ossa, in fuga da situazioni difficili o in cerca di un futuro migliore.
Le frasi di Berlusconi hanno scatenato la reazione degli avversari politici, in particolare di Matteo Renzi che ha rispedito al mittente le accuse. Ha ragione Berlusconi quando incolpa la sinistra della crisi dei migranti? La criminalità è davvero aumentata? Nel caso, la causa sarebbero i migranti? La risposta è no. Ecco perché.
Crisi migranti e trattato di Dublino
Il primo tema è quello della crisi dei migranti che l’ex Cavaliere addebita a “Renzi e alla sinistra”, colpevoli di aver firmato il Trattato di Dublino. A firmarlo, però, fu il governo Berlusconi.
La Convenzione di Dublino o, come è più corretto chiamarla, Regolamento UE n. 604/2013, ha un primo passaggio con la firma nel 1990 dei 12 stati membri dell’Unione, oltre ad altri Paesi allora non membri. Fin dalla prima stesura prevede alcune regole comuni per la gestione dei migranti, in particolare delle richieste di asilo, e gli standard per l’accoglienza dei rifugiati, uguali per i Paesi firmatari.
Considerato troppo vago e poco utile, viene rivisto nel 2003 e nel 2013. Nel primo caso, vengono introdotti criteri per la gestione dei minori, riaffermando il rispetto dell’unità familiare come fondamentale, e viene confermato ai Paesi di primo approdo l’obbligo di espletare le operazioni di riconoscimento e di accoglienza. È quello a cui si riferisce oggi Berlusconi quando dice che “non possiamo trasferirli altrove, dobbiamo tenerceli, individuarli uno ad uno e rispedirli nei Paesi di origine”.
Nel 2013 invece viene data la possibilità a uno Stato di rifiutarsi di trasferire i migranti in un Paese dove rischia di ricevere trattamenti “disumani e degradanti”, anche se deputato a occuparsene.
A firmare il primo trattato del 1990 fu il Governo Andreotti VI. A firmare quello del 2003, con la conferma delle regole sul Paese di primo approdo che tanto oggi fanno discutere, fu il II governo Berlusconi (qui trovate tutti i componenti dell’esecutivo). La firma su quello del 2013 è del governo Letta.
Se dunque la colpa della “crisi dei migranti” va attribuita al Trattato di Dublino (e non è la sola causa), gran parte della responsabilità ricade proprio su Berlusconi e il suo governo, di cui faceva parte la Lega Nord.
Sicurezza in Italia e migranti
Nel suo intervento in tv, Berlusconi ha dichiarato che “la sicurezza in Italia non c’è più” e che “ogni venti secondi si verifica un reato” perché, oltre ai criminali italiani, “si è aggiunta la criminalità di 466mila immigrati in Italia che per mangiare devono delinquere”. Sono tutte affermazioni che non corrispondono al vero.
I dati diffusi dal Viminale a fine 2017 del dossier di fine anno alle agenzie stampa, confermano quando indicato nel dossier di Ferragosto 2017 con dati allora non consolidati: la criminalità in Italia è in calo.
Nel dettaglio, l’anno appena passato ha visto un calo del 9,2% dei reati in Italia, passati dai 2.457.764 del 2016 a 2.232.552: calano gli omicidi con un totale di 343 (-11,8%), di cui 46 attribuibili alla criminalità organizzata e 128 in ambito familiare-affettivo, così come le rapine (28.612, -11%) e i furti (1.198.892, -9,1%). Nell’ultimo anno è entrata a regime inoltre la novità del Daspo urbano, sanzione pecuniaria con ordine di allontanamento per chi “esercita attività abusive o lede il decoro delle città”, in totale 735.
Ad aumentare sono state le vittime per incidenti stradali, anche a fronte di una diminuzione degli stessi. Gli incidenti registrati da Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri fino al 20 dicembre 2017, hanno fatto registrare una lieve diminuzione nel numero complessivo (72.015, -2,5% del 2016) e in quello delle persone ferite (39.178, -0,6%), ma hanno confermato un lieve aumento di quelli mortali, con un incremento dei sinistri (1.519) + 0,8%.
La prevenzione contro il terrorismo internazionale ha portato a un aumento delle espulsioni dall’Italia: per motivi di sicurezza sono state allontanate dal nostro Paese 105 persone, tra cui 5 imam, con un aumento del 62% rispetto al 2016 quando le espulsioni furono 66. In aumento anche il numero di estremisti arrestati per motivi religiosi (36 contro 33) e dei foreign fighters monitorati (129 rispetto a 116 dell’anno precedente, +11%). Dei combattenti jihadisti monitorati, 42 sono deceduti e 24 sono rientrati in Europa.
Infine, è diminuito il numero degli sbarchi per effetto soprattutto del decreto Minniti. Nel 2017 gli sbarchi in Italia sono diminuiti del 34,24%, passando dai 181.436 del 2016 a 119.310. In particolare, nel solo mese di dicembre gli sbarchi sono diminuiti del 73%, tendenza confermata anche a gennaio 2018, come da ultimo bollettino del Viminale: dall’1 al 16 gennaio 2018 sono sbarcate nel nostro Paese 974 persone, con un calo del 59,30%
La forte diminuzione annuale (-62.126) confermata dai dati del Viminale va in parallelo con l’aumento del 19,6% del numero dei migranti rimpatriati, passati da 5.300 nel 2016 a 6.340 nel 2017.
Da dove arriva allora il dato dei “466mila migranti che delinquono” citato da Berlusconi? L’ipotesi più probabile è che li abbia presi dal Dossier Statistico sull’Immigrazione del 2015 che cita il numero di 466mila disoccupati tra gli stranieri. Il dato aggiornato dallo stesso dossier del 2017 è di 437mila, con un aumento quindi degli occupati (2.294.000 nel 2014 e 2.401.000 nel 2016)