Falchi e Colombe, chi sono in un partito politico? La metafora con riferimenti al mondo animale nella retorica politica è utilizzata sin dai tempi antichi. In particolare questi due appellativi vennero utilizzati, negli Stati Uniti, nel lontano 1962, nel periodo della crisi di Cuba. Da un lato c’erano i falchi, ovvero la fazione politica favorevole a posizioni più rigide, nei confronti del regime comunista di Fidel Castro, mentre dall’altro c’erano le colombe, ovvero coloro che sostenevano posizioni più accomodanti ed erano favorevoli al negoziato. In altre parole: inflessibili contro concilianti.
Talvolta capita nella realtà delle dinamiche politiche, che i falchi così come le colombe non rispecchino a pieno questi parametri comportamentali: capita che i falchi siano aggressivi soltanto in apparenza, costretti dalle circostanze a tirare fuori gli artigli per non perdere credibilità; mentre le colombe si mostrano arrendevoli per puro opportunismo, quando in realtà sono subito pronte a cambiare bandiera.
L’utilizzo delle metafore che attingono dal mondo animale, sono di uso comune anche per il Premier Matteo Renzi, che è solito definire gufi, coloro che non condividono il suo ‘ottimismo’ e si augurano sempre che le cose vadano per il peggio. Più in generale, oggi, le metafore di stampo ornitologico sono le più utilizzate nella politica di oggi.
Ma qual è il motivo che ha condotto il mondo della politica verso l’utilizzo della metafora animale? Secondo alcuni studiosi, ciò dipenderebbe dalla lunga frequentazione tra uomini e animali: il loro costante contatto, ha portato l’uomo a creare paragoni, similitudini e appunto metafore, che hanno diretti riferimenti al mondo animale.
Non si tratta però di una tecnica linguistica squisitamente limitata ai ‘tempi moderni’, cercando nel passato, tra i più celebri testi della letteratura italiana, nel Principe, al capitolo XVII, Macchiavelli spiega in chiave metaforica che chi intende governare con successo deve imparare a comportarsi come il leone (con la forza e la ferocia) e come la volpe (con l’astuzia).
‘Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe et il lione; perché il lione non si defende da’ lacci, la golpe non si defende da’ lupi. Bisogna adunque essere golpe a conoscere è lacci, e lione a sbigottire è lupi’.
E naturalmente non si tratta dell’unico caso: nel corso dei secoli, da Esopo a George Orwell, passando per Adolf Hitler e Obama, lupi, leoni, agnelli, maiali e molti altri ancora, hanno prestato le proprie peculiarità alla caratterizzazione simbolica dei personaggi politici che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito a delineare la storia di questo pianeta.
Falchi e Colombe nel PDL
Facciamo un esempio concreto, così da contestualizzare quello di cui abbiamo parlato finora in riferimento alla situazione italiana. Parlando della situazione nel PDL i cronisti politici hanno spesso fatto riferimento a falchi e colombe per definire le posizioni politiche dei vari parlamentari.
Falchi storici fino a poco prima del disfacimento del PDL sono stati Sandro Bondi, Mario Mantovani, Stefania Prestigiacomo, Michaela Biancofiore, Augusto Minzolini, Renata Polverini e Daniela Santanché.
Colombe sono state Fabrizio Cicchitto, Maurizio Lupi, Gianni Letta, Gaetano Quagliarello, Mariastella Gelmini, Beatrice Lorenzin e Nunzia De Girolamo.
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