Niente più ballottaggi con i candidati che sono stati eletti durante il primo turno, basta il 40% dei voti.
Il centrodestra ha tentato un blitz per cambiare la norma per quanto riguarda le elezioni comunali. Ha poi ritirato l’emendamento in seguito alla protesta delle opposizioni.
Blitz dal centrodestra in Senato, nella Commissione Affari Costituzionali nella quale si discuteva per un disegno di legge tecnico che era stato già approvato durante la legislatura scorsa in una Camera. Ciò prevede l’abbreviazione dei tempi e di procedere con una modalità accelerata, secondo quanto riporta il regolamento di Palazzo Madama. Il testo, all’epoca passato all’unanimità, serve a revisionare il computo di tutti i votanti all’interno dei comuni che contano meno di 15.000 abitanti. Una materia del tutto tecnica che è inerente alle elezioni comunali.
Allo scadere però il centrodestra ha presentato un emendamento che ha poi ritirato, era firmato dai senatori Adriano Paroli di Forza Italia, Marco Lisei di fratelli d’Italia e Paolo Tosato della lega, emendamento da discutere e da votare direttamente in aula. Però tale emendamento prevedeva un’importante novità: eliminare il ballottaggio durante l’elezione deisindaci. In poche parole l’emendamento voleva che all’interno dei comuni con meno di 15.000 abitanti, in cui al momento i ballottaggi si tengono (un secondo turno di voto fra i candidati con più preferenze), il sindaco deve essere eletto con il 40% dei voti. Si tratta quindi di una misura che teoricamente favorirebbe le ampie coalizioni e modificherebbe di tanto le regole per le città al voto. Anche perché in questo modo sarebbero coinvolte tutte le città d’Italia e tutte le province. Le opposizioni sono immediatamente in sorte, Barbara Floridia capogruppo del Movimento Cinque Stelle afferma:
“Il blitz dei partiti di maggioranza per eliminare il ballottaggio è intollerabile. Lo è nel merito, perché consentirebbe a un sindaco di essere eletto con appena il 40% dei consensi. Ma anche nel metodo, visto che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia vogliono introdurre surrettiziamente una modifica clamorosa, ampliandone il perimetro in maniera abnorme e senza il minimo coinvolgimento delle opposizioni”.
Così come i senatori del PD Andrea Giorgis e Dario Parini, che denunciano:
“È un colpo di mano inaccettabile“
Per ora il ballottaggio viene escluso soltanto se un candidato sindaco arriva a raggiungere il 50% +1 sul totale dei voti validi. Sul provvedimento, che è stato già approvato dalla camera durante la scorsa legislatura, i gruppi parlamentari decisero di comune accordo di prendere in considerazione la procedura d’urgenza. Se l’emendamento non fosse stato ritirato sarebbe stato per forza votato insieme al ddl ma in quella che le opposizioni chiamano una forzatura. Ma mentre alcuni attaccano il gesto altri ne difende il contenuto. Uno dei firmatari della proposta, Adriano Paroli ovvero il senatore di Forza Italia afferma:
“L’emendamento non avvantaggia nessuno, ma semplifica il sistema elettorale dei Comuni sopra i 15mila abitanti. In Sicilia già si vota così e funziona. In questo modo si evita il ballottaggio e quindi si evitano costi, ma anche il mercato delle vacche che a volte scatta”.
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