L’ultimo capitolo della tragicommedia dei falsi invalidi in Italia arriva dalla Sicilia, da Agrigento, dove sono state iscritte nel registro degli indagati 101 persone. Medici compiacenti, compreso un medico legale che ha collaborato con la stessa Procura, e personale dell’Inps avevano messo in piedi “un circo”, come scrive il Gip nell’ordinanza. Gli agenti della Digos della Questura che hanno portato avanti le indagini hanno scoperti casi davvero al limite: non solo gli ormai tristemente noti falsi invalidi ciechi che guidano, persone che sulla carta sono costrette alla sedia a rotelle e poi beccate a passeggiare per strada: c’è anche il caso di un medico che fa l’esame spirometrico senza il malato presente e lo certifica. Il problema dei falsi invalidi nel nostro Paese è tale che da anni l’Inps ha un commissario preposto a controlli speciali, ma quanto costano queste truffe alle casse dello Stato?
Il dato ufficiale arriva dalla Guardia di Finanza al termine delle operazioni a tutela della spesa pubblica realizzate nel 2013 e parla di frodi e sprechi per oltre cinque miliardi di euro in cinque anni, pari a un miliardo l’anno. Sui 19mila casi segnalati, gli agenti della Gdf hanno individuato 3.400 finti poveri e 389 falsi invalidi: il totale del danno è di 3,5 miliardi a cui si aggiunge un altro miliardo e mezzo di sprechi tra finanziamenti e truffe. È di 23 milioni di euro invece il danno arrecato da 1.173 persone nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale.
Le cifre sono tali che il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha dedicato un ampio capitolo alla questione, annunciando che si potrebbero avere risparmi per 400 milioni in due anni. Stando ai dati dell’Inps, l’ente che eroga le pensioni di invalidità e accompagnamento, sono 2,7 milioni le persone che beneficiano degli assegni statali e una prestazione su otto è di invalidità. Il costo totale per lo Stato è di 16,6 miliardi di euro, oltre il 6% della spesa pensionistica nazionale. Oltre ai numeri, nella sua relazione Cottarelli punta il dito contro una “distribuzione territoriale squilibrata” per cui in Sardegna, Sicilia e Campania si contano un numero di invalidi quattro volte maggiore rispetto a Piemonte e Lombardia.
Quello che ancora non è chiaro è il numero reale di falsi invalidi in Italia e questo a fronte di cinque anni di indagini effettuate anche dall’Inps anche sotto la guida dell’ultimo commissario straordinario Vittorio Conti. In questi anni sono stati effettuati controlli su un milione di posizioni Inps, poco meno della metà di quanto registrato: di queste sono state revocate 100mila posizioni. Un decimo delle posizioni dunque che non comprende solo casi di falsa invalidità: nel registro sono finiti anche coloro che hanno perso il diritto all’assegno per aver saltato la visita o perché deceduti.
A rendere così complesso il mondo della falsa disabilità è il legame con la malavita organizzata, i professionisti e i camici bianchi che sanno muoversi tra le pieghe della burocrazia, sfruttando gli ingorghi e oliando gli ingranaggi giusti.
È per questo che i casi più eclatanti vengono scoperti dalle forze di Polizia, anche su impulso della magistratura: le commissioni straordinarie non sono in grado di andare a fondo perché spesso sono contagiate dal malaffare. Non a caso, tra gli indagati delle Fiamme Gialle figurano sempre medici e personale Inps, personaggi che conoscono l’intrico burocratico e che lo fanno fruttare a vantaggio loro e dei falsi invalidi e a discapito di chi ha invece veramente bisogno.
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