Dopo aver perso tutto, ora le donne nepalesi rischiano di essere vittime dei trafficanti di esseri umani, spesso travestiti da operatori umanitari. È la denuncia che arriva da alcune Ong impegnate nel Paese, colpito dal terribile terremoto dello scorso aprile. Secondo Shakti Samuha, organizzazione umanitaria attiva fin dal 1996, il rischio è elevatissimo e per questo molti volontari stanno tentando di raggiungere anche gli angoli più lontani del Nepal per mettere in allerta le possibili vittime. Anche l’associazione Anti-Slavery International ha lanciato lo stesso appello: la possibilità di finire nelle mani dei trafficanti di essere umani ed essere costrette a prostituirsi è sempre più alta e riguarda sia le donne che i bambini.
Il fenomeno sta crescendo nel Paese, messo in ginocchio dal sisma che ha ucciso più di 7mila persone e coinvolto, secondo i dati Onu, un milione di abitanti. Molte donne hanno perso la casa, la famiglia e il lavoro e si trovano in situazioni di estrema necessità, spesso lasciate sole dal governo e dalle istituzioni. Di tutto questo ne approfittano i criminali che entrano nel Paese, usano come intermediari anche operatori umanitari o si fingono appartenenti a una Ong e promettono aiuti. In realtà, le donne finiscono nei bordelli di tutta l’Asia dove vengono costrette a una vita d’inferno. La questione riguarda anche i bambini, deboli e indifesi, senza più una famiglia alle spalle e che sono più facilmente impressionabili.
La tratta di schiavi sessuali ed esseri umani è un problema che il Nepal vive da tempo: secondo l’Onu e le stime delle Ong locali ogni anno tra le 12mila e le 15mila donne vengono portate via e costrette a prostituirsi.
Il Paese è da tempo terra di immigrazione, che uomini e donne cercano di lasciare per cercare un lavoro all’estero. Spesso però finiscono per essere vittime di abusi, tanto che nel 2012 il governo nepalese ha introdotto il divieto di espatrio per lavoro alle donne sotto i 30 anni. Questo però non ha fermato il flusso di migranti che usano vie non ufficiali per lasciare il Paese e che così finiscono nelle mani dei trafficanti di esseri umani.