All’interno del vasto campo delle frodi alimentari esiste un settore in cui l’adulterazione del cibo presenta numeri in netta crescita, sebbene le forme di tutela e prevenzione per i consumatori siano molto stringenti: è il falso biologico, che presenta oramai truffe alimentari all’ordine del giorno, pari a migliaia di casi ogni anno, quintali di prodotti immessi sul mercato e fatti passare per prelibatezze 100 per cento biologiche che provano ad aggirare le norme vigenti falsificando le etichette, utilizzando pesticidi pericolose, liquidi non commestibili e persino mangimi per animali. Ecco solo alcuni dei casi di falso biologico che hanno fatto scalpore in Italia negli ultimi anni.
L’aumento delle truffe nel settore è facilmente spiegabile: poiché cresce a dismisura la domanda di prodotti bio, in misura direttamente proporzionale si moltiplicano le frodi. I modi per ingannare gli ignari consumatori sono tre: il primo è quello di falsificare l’etichetta, il secondo si fonda sulla violazione delle più elementari norme igienico-sanitarie oppure utilizzando contenuti di Ogm o agenti chimici vietati in misura esponenziale, mentre il terzo addirittura vede addirittura persone che si fingono agricoltori per ottenere i finanziamenti europei riservati, oltre a non rispettare le norme e i parametri sulla produzione biologica.
Falsi cereali bio
L’ultimo caso clamoroso in ordine cronologico è quello denunciato da Report nell’ottobre 2016 che svela il mercato dei falsi cereali bio: l’inviato Bernardo Iovene si è finto un imprenditore che voleva coltivare usando pesticidi, per poi vendere i prodotti con il marchio biologico, e infiltrandosi è riuscito a mettere in luce tutta la filiera della frode, scoprendo che in Romania alcune aziende sono state sospese perché facevano passare per biologico una serie di prodotti trattati con pesticidi e fitosanitari. Negli ultimi 5 anni in Italia sono stati introdotti ben 350mila tonnellate di prodotti biologici che in realtà non erano tali.
Grano con pesticida
Restando in ambito di frumenti, nel 2013 1500 tonnellate di mais, 800 tonnellate di semi di soia e 340 tonnellate di panello e olio di colza provenienti anche questa volta dall’est Europa sono state sequestrate giusto in tempo prima di finire sulle nostre tavole: tutti questi prodotti contenevano il clormequat, un pericolosissimo pesticida, mentre nei chicchi di grano sono state trovate tracce di prodotti chimici destinati all’industria dei mangimi. Una truffa che ha visto coinvolte 23 società fra italiane e straniere.
Olio italiano
L’olio, uno dei fiori all’occhiello del made in Italy, è stato spesso oggetto di truffe e contraffazioni, in particolare l’extravergine che è stato oggetto di adulterazioni di vario tipo, come se non bastassero le minacce derivanti dall’import al mercato: olio d’oliva normale al posto dell’extra, miscele di altre varietà, persino mescolanze con liquidi non commestibili.
Falsi fertilizzanti bio
Nel 2015 è salito alla ribalta delle cronache il caso dei falsi fertilizzanti bio acquistati da un’azienda romagnola in Asia, per lo più India e Cina, che furono sequestrati in una quantità pari a 8,5 tonnellate in varie province da nord a sud, scovati in 366 esercizi commerciali.
Riso
Un ennesimo caso ha colpito un’altra eccellenza italiana sono state le 3800 tonnellate di falso riso biologico trovato e sequestrato in sei aziende agricole della provincia di Vercelli, accusati per frode in commercio. I titolari di queste aziende, secondo l’inchiesta che ne è seguita e che si è conclusa verso la fine del 2015, usavano diserbanti fortunatamente non nocivi ma comunque vietati in agricoltura bio per aumentare la resa per ettaro.
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