Una famiglia in Florida è stata avvelenata da fumi tossici, a farlo è stato il vicino di casa, incastrato dalle telecamere di sorveglianza.
Da tempo intorno all’abitazione c’erano degli odori fortissimi e nauseabondi, ma soprattutto, si stavano verificando malori molto gravi e così Umar Abdullah ha deciso di installare l’impianto per verificare cosa accadesse fuori dalle mura di casa e lontano dai suoi occhi. Quello che ha scoperto è stato sconcertante, mai avrebbe pensato che il suo vicino di casa stesse lentamente avvelenando lui e i suoi cari con dei fumi tossici emanati da un mix di sostanze chimiche molto pericolose. Dopo queste prove schiaccianti le forze dell’ordine hanno proceduto con il fermo.
Colpevole di aver avvelenato i suoi vicini di casa portandoli a malori indicibili. Il dottorando in chimica all’Università della Florida del Sud, Xuming Li, è stato inchiodato dalle telecamere di sorveglianza installate dal vicino proprio per far luce su quell’aria irrespirabile che da mesi invadeva la sua casa.
Nell’appartamento del 36enne Umar Abdullah, a Tampa, arrivavano forti odori chimici e i malori della moglie e della figlia di pochi mesi erano all’ordine del giorno. Così per far luce sulla questione e soprattutto sull’origine di quell’odore nauseabondo, ha installato delle telecamere di sorveglianza esterne e ha scoperto che l’uomo che abita al piano di sotto iniettava ogni giorno, sotto l’uscio, un mix di narcotici, idrocone (oppioide che viene usato di solito come analgesico) e metadone.
Avvelenava l’aria da tempo anche con altre sostanze nocive che però i tecnici devono ancora identificare. In questi giorni la casa è vuota per motivi di sicurezza e per effettuare i campionamenti e le dovute analisi su cosa davvero stesse respirando la famiglia. Madre, padre e figlia intanto sono stati portati in ospedale per accertamenti e per essere depurati da quel veleno.
Grazie al sistema di sorveglianza installato dal padrone di casa, è stata sventata quella che poteva sfociare in tragedia perché se l’avvelenamento fosse andato avanti ancora per molto, la famiglia poteva morire.
Per Li sono scattate le manette con l’accusa non solo di avvelenamento ma anche di stalking. Cosa c’è dietro tutto questo? Un motivo banale di discussioni fra vicinato, infatti il movente sarebbe collegato al wc troppo rumoroso.
Abdullah, ancora molto scosso per quanto ha scoperto, aveva deciso di nascondere delle videocamere fra i vasi delle piante davanti all’entrata del suo appartamento, dopo che i pompieri avevano fatto un sopralluogo. Era stato lui a chiamarli per capire la causa del forte odore ma non c’erano stati risultati, tuttavia c’era un dettaglio che lo aveva insospettito: il cane dei vigili del fuoco, addestrato proprio per rilevare agenti chimici, insisteva nell’indicare la porta di casa e le varie fessure.
Da qui appunto l’idea e poi la macabra scoperta. Durante le indagini anche un’agente ha riportato delle irritazioni cutanee, tanto da essere trasportato in ospedale, questo ci dà un’idea dell’enorme quantità di sostanze con cui Li stava avvelenando la famiglia.
Da mesi Abdullah e sua moglie stavano male in casa per irritazioni agli occhi, alla pelle e anche episodi di alopecia. C’erano poi delle complicanze particolari come difficoltà respiratorie che colpivano anche la figlioletta di pochi mesi. Il fiato corto e i problemi nel respirare erano la conseguenza della continua inalazione di quelle sostanze tossiche che continuamente venivano immesse nelle fessure della porta.
La bimba è quella che ha sofferto di più, infatti negli ultimi tempi era irrequieta, era poi soggetta a diarrea, allucinazioni, svenimenti, vomito e mal di pancia.
In tutta questa vicenda prevale la rabbia del diretto interessato ma soprattutto un senso di impotenza e sconcerto. Ha confermato che i rapporti non erano dei migliori con il vicino di casa, tuttavia sembrava un ragazzo normale e spesso si fermava anche a scambiare qualche parola nel corridoio della palazzina.
Da alcuni mesi però erano cominciate le lamentele a causa del wc ma Abdullah gli aveva detto che sarebbe intervenuto. “Inizialmente credevo che gli sgradevoli odori provenissero dal condizionatore o dallo scaldabagno ma i tecnici non hanno trovato problemi a nessuno dei miei dispositivi. Così mi sono rivolto ai pompieri ma nulla. Infine sono riuscito a scoprire da solo cosa stava accadendo ma quando ho installato le telecamere, mai avrei pensato di scoprire una cosa simile, fra l’altro anche lui è padre di due bambini” ha detto ai giornalisti che hanno raccolto la sua versione.
Li dovrà ora rispondere delle accuse di stalking aggravato, dispersione di sostanze chimiche, aggressione a un agente (avvenuta durante l’arresto) e possesso di materiale pericoloso. In attesa del processo, l’Università dove era dottorando lo ha espulso con effetto immediato e ha preso le distanze dall’accaduto, manifestando solidarietà alla famiglia avvelenata.
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