La quota delle spese obbligate sui consumi è in calo di un punto percentuale rispetto all’anno 2022, ma rimane molto elevata: è quanto rivelato dall’indagine dell’Ufficio studi di Confcommercio.
Rispetto all’anno 2019, la spesa è più elevata di un punto percentuale e di 5 punti rispetto a trent’anni fa circa. Le maggiori spese obbligate sono rappresentate dall’abitazione principale, in particolare dal consumo dell’energia elettrica, del gas e dei carburanti. I consumi energetici da parte delle famiglie italiane sono aumentati in trent’anni e lo scorso anno hanno subito un incremento vertiginoso, a seguito del perdurare del conflitto bellico in Ucraina e della ripresa della domanda dopo la fine della pandemia. Le spese per la fornitura del gas e dell’energia elettrica non possono essere tagliate più di tanto. Non si può fare a meno di consumare l’energia elettrica ed il gas, di certo si può risparmiare, ma non azzerare la spesa.
Spese obbligate al 41,5%: l’indagine dell’Ufficio studi di Confcommercio
Nel corso del 2023 la voce relativa alle spese obbligate si attesta intorno a circa 41 punti percentuali, secondo l’indagine condotta dall’Ufficio studi di Confcommercio. Anche se in calo rispetto all’anno scorso, rimane piuttosto elevata la quota delle spese obbligate sui consumi familiari. Si tratta di spese che non possono essere di certo tagliate, sono spese obbligatorie e necessarie: si pensi alla fornitura di energia elettrica, di gas e di acqua.
Rispetto al 2022, la spesa è scesa di un punto percentuale, ma resta comunque elevata rispetto al periodo pre-pandemico. Su un totale di oltre 21.000 euro pro-capite di consumi all’anno, per le spese obbligate vengono spesi oltre 8.700 euro. Rispetto all’estate 2022 caratterizzata da una rovente crisi energetica, questa si è attenuata nel corso dell’estate 2023.
Tuttavia, nonostante gli interventi statali e la riduzione del prezzo della materia prima, la spesa resta al di sopra di 40 punti percentuali. La principale voce rimane l’abitazione, che si attesta a quota pari ad oltre 5mila euro. All’interno della voce, un peso determinante è quello relativo all’energia elettrica ed al gas, oltre 1900 euro. Ben si comprende che siano i consumi energetici ad assumere un peso rilevante: i costi per la componente energetica sono schizzati la scorsa estate 2022 e, successivamente, sono tornati ai livelli precedenti.
È cresciuta l’attenzione delle famiglie nei confronti dell’abitazione
L’indagine condotta da Confcommercio mette in evidenza che è cresciuta l’attenzione nei confronti dell’abitazione principale, così come la diffusione degli impianti di riscaldamento e di condizionamento. Sono aumentati i consumi relativi alla fornitura dell’energia elettrica e del gas, come pure le quotazioni. Prima della pandemia le famiglie italiane stavano molto meglio: i prezzi dell’energia costava meno. Dopo lo shock energetico, la quota di spese obbligate non si è ancora attestata ai livelli pre-pandemici. È difficile che nel breve periodo il livello scenda sotto i 40 punti percentuali. Tale trend
“ridurrebbe il benessere e la libertà dei consumatori, disincentivando la crescita della propensione al consumo” con “effetti depressivi sulle dinamiche già stentate del prodotto lordo”.
L’elevato livello della quota delle spese obbligate potrebbe costituire un limite all’espansione dell’attività imprenditoriale dei beni e servizi commercializzabili.