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Fannulloni nella Pubblica Amministrazione: Renzi cala la scure

Nuove norme per il contrasto ai “furbetti del cartellino” nel decreto messo a punto dal Consiglio dei Ministri. La riforma della Pubblica Amministrazione firmata dalla ministra Marianna Madia entra ora nel vivo con gli 11 decreti attuativi, dal taglio delle partecipate alla riduzione delle forze di Polizia, ma è il testo sui fannulloni della PA quello che contiene maggiori novità. Alcuni temi erano già stati anticipati, scatenando polemiche tra governo, sindacati e opposizione, contrari all’istituzione di nuove norme. Licenziamenti lampo per i dipendenti e anche per i dirigenti, pagamento dei danni d’immagine allo Stato, tempi ridotti per le sanzioni e responsabilità penali: vediamo quali sono le novità della riforma Madia per il contrasto dell’assenteismo nella Pubblica Amministrazione.

La prima novità contenuta nel decreto anti fannulloni riguarda i tempi e le modalità dell’azione contro i furbetti del cartellino: per chi viene colto in fragrante scatta la sospensione dal servizio e dallo stipendio entro 48 ore. Abbreviata anche la tempistica per il provvedimento disciplinare successivo, cioè il licenziamento, che dovrà essere completato entro 30 giorni al massimo, contro i 120 di adesso.

Chi viene licenziato rischia anche il pagamento dei danni di immagine allo Stato. In caso di condanna, si arriverà a versare una somma pari a sei mesi di stipendio, cifra che il giudice potrà aumentare in base alla risonanza mediatica del fatto. Un esempio potrebbe essere il caso del Comune di Sanremo che ha riempito le pagine dei media per giorni: in questo caso, i dipendenti licenziati rischiano di pagare cifre ingenti in base a quanto riterrà opportuno il giudice.

Rispetto a quanto annunciato nei giorni scorsi, la scure anti fannulloni si abbatterà anche sui complici dei furbetti, coloro cioè che timbrano il cartellino al posto dei colleghi assenti: anche per loro il rischio è il licenziamento entro un mese, con sospensione entro 48 ore.

La vera novità riguarda però i dirigenti che non applicano le norme e il controllo dei dipendenti. Ci non farà scattare, entro i nuovi tempi previsti, la sospensione e il conseguente provvedimento disciplinare, rischia a sua volta sanzioni molto pesanti che possono arrivare al licenziamento. Per i dirigenti, il rischio è doppio visto che il decreto ha esteso il reato di omissione d’atti d’ufficio a chi non fa partire le sanzioni contro i dipendenti: la pena prevista è la reclusione da sei mesi a due anni.

Lorena Cacace

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