Andare a cena fuori è bellissimo, specie nelle calde e luminose sere d’estate, ma la soddisfazione di preparare gustosissimi piatti con le nostre mani non è equiparabile a nient’altro!
Anche quando si decide di mangiare a casa, però, bisogna prestare attenzione agli alimenti e alle materie prime che acquistiamo. Ecco, a tal proposito, cosa è emerso da uno studio fatto su alcuni marchi di farina.
Spesso, nelle giornate di relax, siamo colti dall’irrefrenabile voglia di mettere le mani in pasta e preparare, magari, una sfiziosa pizza fatta in casa. L’ingrediente principale, ovviamente, è la farina, motivo per il quale è bene sceglierne una di estrema qualità.
Secondo uno studio condotto nel 2019 da Il Salvagente, tuttavia, sono stati analiz
zati 13 diverse farine (alcune delle quali, ad oggi, non sono più in commercio) e preparati. Ecco, a tal proposito, quali sono stati i risultati di tale ricerca.
Farina contaminata: cosa è emerso dallo studio
Come riporta il sito greenme, nel 2019 Il Salvagente ha condotto uno studio su ben tredici tipi di farine e preparati per pizze, per verificare se all’interno di essi ci fossero tracce di agenti nocivi per la salute dei consumatori.
Ebbene, da tale studio è emerso che in alcuni dei prodotti presi in esame, sono state riscontrate tracce, seppur molto basse, di glifosato, pesticidi e micotossine, derivanti dai trattamenti fitosanitari.
Le tredici marche prese in esame dallo studio precedentemente citato sono state le seguenti: La Molisana; Barilla; Garofalo; Coop; Auchan; Carrefour; Lidl; Eurospin; Esselunga; Frumenta; La prova del cuoco; Molino Spadoni farine magiche Manitoba.
Tra esse, solo Esselunga e La Molisana sono risultate prive di agenti chimici; nelle altre, invece, sono state riscontrate tracce di agenti chimici, tutte entro i limiti previsti dalla legge.
La replica delle aziende e di “Italmopa”
Dopo la pubblicazione dello studio condotto nel 2019 da Il Salvagente, alcune aziende hanno voluto replicare ai risultati di tale test. Nello specifico, Auchan e Farine Magiche hanno precisato che i loro rispettivi prodotti analizzati, nonostante i valori riscontrati fossero assolutamente in linea con quanto previsto dalla legge, non sono più in commercio.
Lidl, Barilla, Molino Spadoni e Garofalo, invece, hanno ribadito la conformità alla vendita dei loro prodotti.
A intervenire su tale faccenda è accorsa anche “Italmopa”, l’Associazione industriali mugnai d’Italia la quale ha dichiarato: “Per quanto concerne le preoccupazioni derivanti dalla presenza multiresiduale di prodotti fitosanitari in un medesimo campione, si deve rilevare che tale compresenza attualmente non è normata né a livello nazionale né comunitario. Ipotizzare che potrebbe creare rischi per la salute dei consumatori non è corretto. D’altra parte, il rischio cumulativo è attualmente allo studio dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare, ndr), pertanto non vi è ad oggi alcuna certezza scientifica che ne attesti la pericolosità”.