È stata ufficialmente autorizzata la vendita di farina di grilli su tutto il territorio europeo, già nei scorsi anni era stata approvata la vendita di farina di locusta e di larva mugnaia.
La farina sarà parzialmente sgrassata di Acheta domesticus, ossia il grillo domestico, il provvedimento diventerà attivo a partire dal 26 gennaio 2023.
Il 26 gennaio 2023 entrerà in vigore il regolamento europeo che permette la vendita e la commercializzazione sul mercato della farina di grilli, in particolare permetterà di vendere le larve di Alphitobius Diaperinus, ossia il verme della farina minore.
Le larve di Alphitobius Diaperinus erano già state rese disponibili e sul mercato sia congelate che in pasta ma anche in polvere e essiccate.
A partire infatti da marzo 2022 con l’introduzione sul mercato della possibilità di acquistare grilli in polvere, congelati oppure essiccati. La farina di grilli però è solo l’ultimo degli alimenti a base di insetti che viene integrato sul mercato europeo.
Infatti i primi ad essere stati approvati risalgono al 2021, e ce ne sono tanti altri che aspettano l’approvazione. La farina di grilli si appresta perciò a diventare un alimento che troveremo su tutte le tavole europee da qui ai prossimi mesi.
Prima di arrivare ad oggi e alla possibilità di vendere la farina sgrassata di grilli in polvere, l’Unione Europea aveva già approvato la vendita e la commercializzazione di altri alimenti a base di insetti.
Il primissimo insetto ad essere stato integrato e considerato un nuovo alimento è stata la larva del tenebrione mugnaio, per cui, nel 2021, fu approvata e prevista la vendita e la commercializzazione solo nella sua forma essiccata. L’approvazione avvenne su proposta della Commissione Europea a giugno del 2021.
Poi nel marzo del 2022 era stata approvata la commercializzazione della larva gialla della farina, ossia la larva di Tenebrio molitor, però questa volta anche nel formato farina. Sempre poi nel 2021 era stata approvata la commercializzazione della locusta migratoria.
Sono numerosi gli insetti che rientrano nella novel food e ben otto sono le domande in attesa di approvazione per la commercializzazione di alcune tipologie di insetto. In ognuno dei casi sottoposti all’UE, sono necessari i requisiti specifici di etichettatura previsti dalle norme europee, soprattutto per quanto riguarda l’allergenicità del prodotto.
Questo perché le proteine assunte attraverso gli insetti possono causare diverse reazioni allergiche soprattutto nei soggetti già allergici a acari della polvere, crostacei e molluschi. L’Efsam, ossia l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha sconsigliato l’utilizzo di questi prodotti alimentari per le persone al di sotto dei 18 anni.
In particolare ad essere stato sconsigliato è il verme della farina minore, noto con il nome di Alphitobus diaperinus, insieme al regolamento che ne autorizza l’introduzione nel mercato è stato disposto un documento riportate il parere scientifico sull’alimento.
Per l’Unione Europea gli insetti sono un’alternativa alle proteine generali e che siamo soliti consumare giornalmente. Gli insetti sono visti come una possibile risposta agli aumenti economici, soprattutto per i costi, che si stanno notevolmente verificando per gli acquisti che riguardano gli alimenti contenti proteine animali.
Oltre a questo le proteine che derivano dagli insetti possono essere considerate una valida risposta anche per l’impatto ambientale e l’insicurezza alimentare che si verificherà a causa della continua crescita della popolazione, e quindi all’aumento del fabbisogno mondiale di proteine.
Lo sviluppo degli allevamenti di insetti è in grado di ridurre anche le emissioni di gas serra e di contrastare lo spreco alimentare. Viste queste considerazioni c’è uno studio in corso sulle proteine derivate dagli insetti e rientrante nel programma Orizzonte Europa, che si occupa di sostenere finanziariamente la ricerca all’interno dei Paesi dell’UE.
Se l’Europa avanza velocemente con l’introduzione di questi nuovi alimenti sul mercato, i consumatori non rispondono come ci si aspettava. In Italia ad esempio secondo un’indagine eseguita da Coldiretti – Ixè circa il 54% degli intervistati è contrario all’introduzione degli insetti negli alimenti, e solo il 16% invece si mostra favorevole.
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