Migliaia di italiani rischiano di perdere la vista perché le terapie farmacologiche oftalmiche previste dal sistema sanitario nazionale, in realtà non sono disponibili per tutti. Parliamo nel dettaglio dell’Odissea che devono vivere coloro che soffrono di maculopatia, una malattia senile della retina che porta alla cecità e colpisce circa 100mila italiani. Per questo tipo di patologia, in Italia è previsto il trattamento con alcuni farmaci che o sono troppo cari o risultano introvabili.
Chi può va negli ambulatori privati e viene trattato con un farmaco molto costoso (circa 900 euro a dose) prodotto dalla casa farmaceutica Novartis. Il medicinale per uso oncologico è il Lucentis, e potrebbe essere sostituito, anche negli ospedali pubblici, con un farmaco simile e molto più economico, l’Avastin (da 30 a 80 euro per dose) prodotto da Roche. Purtroppo la burocrazia non permette un facile approvvigionamento di tale medicinale. La questione è ancora aperta, ma a pagare davvero il prezzo più alto sono i cittadini malati che rischiano di perdere la vista se non curati adeguatamente.
Una questione irrisoltaTutto risale al 2011, quando i due prodotti sono entrambi sul mercato con una differenza di prezzo esorbitante. Nel 2012 l’Aifa esclude Avastin dalla lista dei farmaci a carico del Sistema sanitario nazionale, per poi riammetterlo dopo un anno tra i famaci off-label (che significa che possono essere utilizzati anche per altre indicazioni terapeutiche rispetto a quelle indicate nel foglietto illustrativo), in uso esclusivamente nei centri oculistici specializzati degli ospedali pubblici, e comunque vietandolo per la maculopatia diabetica e il glaucoma neovascolare, indicando invece il Lucentis come farmaco adatto per queste patologie.
Gli interessi delle case farmaceuticheNel 2014 l’Antitrust ha sanzionato le due ditte produttrici con una multa da 180 milioni di euro perché si sarebbero alleate per favorire la vendita del farmaco più costoso al SSN, cosa che ha fatto aumentare ampiamente la spesa pubblica (ricordiamo che Novartis controlla il 30% di Roche). Più recentemente il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Novartis che pretendeva che il suo Lucentis fosse l’unico farmaco ad essere utilizzato per la degenerazione maculare senile. Per capire il volume di affari che gira intorno all’uso di questi due farmaci, basti pensare che la Regione Emilia Romagna ha fatto sapere di aver risparmiato circa 12 milioni di euro dopo aver autorizzato l’uso di Avastin off label nella cura della degenerazione senile legata all’età.
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