La portata della manovra estiva del Governo per la Fase 3, all’orizzonte il prossimo agosto, sale a 25 miliardi: è la notizia che emerge dopo il via libera del Consiglio dei ministri a una richiesta di deficit aggiuntivo per il 2020, sulla scia degli esiti del super vertice Ue che ha cristallizzato l’accordo sul Recovery Fund. Si va verso un ulteriore indebitamento.
Fase 3: manovra da 25 miliardi
Via libera allo scostamento di bilancio da 25 miliardi di euro: lo ha deciso il Cdm, con parere favorevole a un deficit aggiuntivo che farà salire il livello dell’indebitamento netto dal 10,4% all’11,9%. Il Governo chiede al Parlamento l’autorizzazione per un ulteriore ricorso all’indebitamento di 25 miliardi di euro per il 2020, 6,1 miliardi nel 2021, un miliardo nel 2022, 6,2 miliardi nel 2023, 5 miliardi nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi dal 2026.
Il piano sul tavolo del Parlamento
Secondo lo schema che si dovrebbe varare ad agosto, il debito salirà dal 155,7% al 157,6%. La scelta di tirare su l’asticella è arrivata durante il vertice di capi delegazione e responsabili economici con Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a ridosso del Consiglio dei ministri.
Si tratta del terzo intervento in questo senso, con una nuova richiesta di extra deficit, dopo quelli contenuti nei decreti Cura Italia e Rilancio (rispettivamente 20 e 55 miliardi).
Il via libera del Parlamento è atteso per il prossimo 29 luglio, e il piano conta su priorità come proroga Cig, fondi per la ripartenza delle scuole in sicurezza e rimodulazione delle tasse (quelle sospese e rinviate a settembre per le imprese più colpite dalla crisi di liquidità innescata dall’emergenza Covid).
“Rifinanziamento della cassa integrazione, incentivi per le nuove assunzioni e potenziamento del fondo nuove competenze. Con la parte più consistente dei 25 miliardi dello scostamento di bilancio approvato in Cdm, diamo ulteriore carburante alle imprese e più tutele ai lavoratori“: questa la dichiarazione del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, affidata a un tweet pubblicato a margine della decisione sullo scostamento.
Ancora incerto il destino sul fronte stato di emergenza
Se i lineamenti della prossima manovra si fanno sempre più nitidi, diversa è la sorte sulla proroga dello stato di emergenza (attualmente in scadenza al 31 luglio prossimo). Regna ancora l’incognita, dunque, dopo i rumor sulla possibile estensione fino al 31 ottobre 2020.
La proroga si renderebbe necessaria per portare a completamento tutti gli adempimenti necessari a garantire le riaperture in sicurezza e il premier avrebbe virato su un ulteriore periodo di valutazione prima di assumere una definitiva posizione sulla questione, previo passaggio in Parlamento.
I paletti di Lega e FdI
Continua a fare rumore il fermento dell’opposizione, con le prospettive avanzate da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. “Non c’è un’emergenza sanitaria in corso, chi vuole prorogare lo stato di emergenza è un nemico dell’Italia. Noi non li facciamo uscire dall’Aula, ci stanno loro chiusi, gli italiani meritano respiro e libertà. Ieri non hanno deciso in Cdm, se vogliono questo non esiste, non c’è motivo“, ha dichiarato il leader della Lega.
La leader di Fratelli d’Italia, intervenuta ai microfoni di Radio Anch’io, chiede che il Governo “metta nero su bianco cosa vuole fare con queste risorse o io non voto proprio niente: i soldi degli italiani, soprattutto quando si tratta di debiti fatti sulle spalle dei nostri figli, non si buttano per pagare le consulenze dei ministri mentre si rischia una ecatombe occupazionale. Chi lo fa se ne assume la responsabilità. Dicano cosa vogliono fare e poi dirò loro se voto o no lo scostamento di bilancio“.
Sulla stessa scia Salvini (apparso sempre più isolato nel centrodestra in merito al Recovery Fund), ma con due ulteriori “paletti” per l’esecutivo: “L’eventuale appoggio della Lega allo scostamento di bilancio dipende dal fatto che governo e maggioranza accolgano le nostre proposte“. Due, in particolare, le richieste del partito: risorse per coprire l’anno bianco fiscale e per “il filone scuola-disabilità“.