Seconda settimana di programmazione per Fattore Umano, il nuovo programma del pre-serale di Italia Uno, in onda alle 19 dal lunedì al venerdì. Il format riprende un meccanismo fortemente consolidato: quello della candid camera, utilizzato per la prima volta nella storia della televisione italiana nel lontano 1964 da Nanny Loi nel suo Specchio Segreto e ripreso poi abbondantemente, con l’avvento della neotv, per diventare “comodo riempitivo a basso costo di palinsesti sempre più ampi”, come affermano Aldo Grasso e Massimo Scaglioni nel testo Che cos’è la televisione (Garzanti, 2003).
Come reagisce la gente di fronte a situazioni più o meno surreali quando non sa di essere ripresa? Questa è la domanda che sottende Fattore Umano così come, in genere, tutti i programmi basati sulla candid. Quante persone si fermeranno ad aiutare un anziano in difficoltà perché ha fatto cadere la spesa in mezzo alla strada? Quale sarà la reazione di chi, al parco, si trova accanto un maleducato che getta la spazzatura per terra? E ancora, cosa faranno alcune prostitute di fronte a un uomo che si avvicina per regalare loro un fiore senza chiedere nulla in cambio?
Vari e molteplici sono i contesti creati dal programma, che non mira tanto a ricercare l’effetto comico o a suscitare a tutti i costi chissà quale scalpore, ma, piuttosto, vuole adottare l’ottica dell’analisi socio-antropologica e proprio in tal senso la voice over, che funge da commento, parla spesso di “esperimento”.
Non solo: alla fine di ciascuna candid i risultati vengono riassunti in termini numerici, esplicitando quante persone hanno reagito in un modo e quante nella maniera opposta; coloro che sono coinvolti nelle candid vengono poi chiamati a commentare, spiegando le ragioni della propria reazione.
Gli spettatori stessi sono interpellati e invitati ad esprimere la propria opinione sulle tematiche trattate dalle candid, per mezzo dei social network attraverso l’hashtag #fattoreumano.
Con Fattore Umano, la tv giovane e più “votata al sociale” di casa Mediaset propone un programma di intrattenimento forse non particolarmente innovativo, ma piacevole e capace di offrire, con un andamento narrativo scorrevole e accattivante, un interessante spunto di analisi sociale e, perché no, di auto-analisi.
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