Marcia su Roma, un film di Mark Cousins, proiettato tra l’altro anche al Festival di Venezia, è finito al centro di una polemica che pare non avere fine. Fratelli di Italia, infatti, ha chiesto che la pellicola non venga più proiettata nelle scuole, causando non poco clamore e generando una reazione da parte soprattutto del Pd (ma non solo).
Tra i film proiettati al Festival di Venezia troviamo Marcia su Roma, che si pone l’obiettivo di fare un salto temporale al ’22, esplorare quello che accadde, condirlo con fantasia, balzi, contaminazioni e dare in pasto al pubblico un piatto estremamente elaborato e, al contempo, molto interessante. Eppure pare che non tutti siano contenti della narrazione: Fratelli di Italia hanno deciso di dire no alla proiezione della pellicola nelle scuole.
Marcia su Roma è finito al centro delle polemiche e no, non parliamo di quella avvenuta nel ’22, ma del film – che anzi, potremmo definire docu-film – firmato da Mark Cousins, che ripercorre le cause e le tappe di quelle celebri giornate entrate nella storia. Per farlo, il regista – considerato da molti un visionario, ma che in questa pellicola più che mai ha mantenuto intatta una grandissima razionalità – ha attinto da materiali dell’Istituto Luce e da film dell’epoca come A noi! di Umberto Paradisi, o È piccerella di Elvira Notari, per comprendere di più su tutta l’epoca in cui di fatto la Marcia avvenne.
Cousins è celebre per le associazioni che fa e in questo caso giocano un ruolo fondamentale più che mai, perché aiutano lo spettatore ad addentrarsi nel fascismo e a guardare i fatti da un altro punto di vista. Al centro del documentario, infatti, vi è soprattutto la semiotica, raccontata dalla voce sempre fuori dal coro del suo “padre”.
Sia chiaro: il film non pretende di essere preso alla lettera nella sua narrazione, che comprende scorci di Napoli, architetture tipiche degli anni ’20, Roma. Cousins è celebre (anche) per i suoi “voli pindarici”, per le sue omissioni, per le intromissioni. Basti pensare che verso la fine in Marcia su Roma compare una citazione di un documentario muto sugli Inuit canadesi e ci sono cenni anche a Trump e già questo la dice lunga su quanto in effetti il suo regista sia capace di spaziare tra le epoche e i luoghi. Tutto, però, per lui può diventare suggestione ed è forse questo che ha preso una pellicola che tratta di un tema così dibattuto e l’ha resa fresca, originale.
Detto ciò, appare subito chiaro insomma che il documentario non nasce affatto con l’intento di condizionare qualcuno in alcun modo. Eppure ha creato malcontento in Italia: Fratelli d’Italia sono furiosi e vorrebbero che gli studenti non guardassero la pellicola in orario scolastico.
Anche il Festival di Venezia ha accolto a braccia aperte Marcia su Roma, ma a quanto pare non possiamo dire lo stesso della deputata FdI Chiara La Porta, che ha chiesto al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, di prendere provvedimenti affinché nelle scuole non venga proiettato.
La corretta gestione del Sistema Tessera Sanitaria rappresenta un aspetto fondamentale per tutti gli operatori…
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…