Secondo una recente ricerca condotta da Fdv, l’Italia invecchia senza un ricambio di giovani. Tra 20 anni possibile buco di 6,8 milioni di lavoratori.
Cgil insieme alla Fdv ha fatto emergere l’ennesimo dato preoccupante sulle tematiche dell’occupazione e dell’età media dei lavoratori nel nostro Paese. Secondo un recente studio, la mancanza di un ricambio di generazione e la mancanza di giovani nel mondo del lavoro potrebbe portare a un’incredibile mancanza nei prossimi 20 anni.
Una situazione già ben chiara da tempo, quella di un’Italia in crisi demografica. Età media alta, mancanza di giovani, soprattutto al sud Italia, potrebbero portare all’ennesima crisi nel mondo del lavoro.
E’ quanto emerso dalle ultime ricerche condotte da Fdv.
Le persone in età da lavoro sono calate negli ultimi due anni proprio dall’inizio della pandemia, 2020, al 2022. Si tratta di 600,000 potenziali lavoratori in meno secondo gli ultimi dati analizzati da Fdv.
Uno scenario già in bilico ovviamente a causa delle varie crisi internazionali e nazionali, tra cadute di governo, inflazione e disoccupazione incalzante negli ultimi anni di pandemia.
Nel 2020 infatti le persone in Italia occupate erano 22,341 milioni, mentre lo scorso maggio, 2022, erano invece 22,293.
Ennesima crisi che piomba sul nostro sistema lavorativo già in ginocchi per diversi fattori, è quella dell’età di un Paese che invecchia inesorabilmente.
Le ricerche della Fondazione di Vittorio hanno messo in luce la netta diminuzione che dovrebbe subire il nostro bacino di lavortori, con una previsione preoccupante per il futouro.
I ricercatori Beppe De Sario e Nicolò Giangrande hanno posto l’accento sulla crescita del tasso di occupazione, che non sarebbe altro che uno specchio per le allodole.
E’ un effetto secondo i due ricercatori dettato dalla crescita di occupanti, ma anche dalla contrazione dell’età lavorativa. Un incremento dunque che prima o poi dovrà fare i conti con la mancanza di cittadini potenziali lavoratori.
Le previsioni parlano infatti di un incremento delle persone non in età di lavoro di 3,8 milioni – sotto i 15 anni e oltre i 64.
Dunque secondo la fondazione della Cgil la diminuzione demografica è dato accertato e assodato.
Le stime parlano di una riduzione della popolazione italiana addirittura del 5%, con il passaggio da 59milioni a 56milioni nel 2042. L’età media invece subirà una spinta avanti di quasi 4 anni, da 46,2 a 50 anni.
Il tutto non potrà far altro che riflettersi sul mondo del lavoro. Nello studio infatti si è sottolineato tale squillo nella nostra demografia, probabilmente causato anche dal calo della natalità e dall’invecchiamento della popolazione residente in Italia, e da un mercato in uscita in crisi.
Da non sottovalutare nemmeno il gran numero di persone che ogni anni, circa 100mila, lasciano l’Italia per l’estero alla ricerca di lavori più qualificati e stipendi più alti.
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