Ci occupiamo di nuovo della febbre del West Nile, che in Italia ha fatto registrare numeri allarmanti: 133 casi di contagio e 6 vittime.
La scorsa settimana ci sono stati 3 decessi mentre, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in questa settimana sono stati il doppio.
Salgono i casi di West Nile in Italia
Nel bollettino del 17 agosto riguardante la situazione dei contagi da West Nile in Italia, i casi erano 94 ma da quegli ultimi dati i numero sono peggiorati. A fornire il monitoraggio attuale è l’Istituto Superiore di Sanità, che ha confermato 133 casi di contagio dall’inizio del mese di maggio ad oggi.
Allarmante anche il dato sulle vittime, sono infatti raddoppiati i decessi e mentre la settimana scorsa erano 3, ora sono 6. Fa paura il bollettino che racconta la corsa di una delle patologie più temute dell’ultimo periodo, il cui andamento viene costantemente monitorato.
Dopo lo spettro del Covid, malattia che oggi sembra quasi mettere meno paura perché abbiamo imparato a conviverci e ad affrontarla con le migliori terapie, ora c’è quello di questa patologia isolata per la prima volta negli anni Trenta in Uganda e oggi diffusa in tutti i continenti.
Ieri l’Iss ha diramato un nuovo bollettino, dove emerge che le provincie interessate dalla circolazione del virus sono 43 in 9 regioni italiane differenti. Oltre ai monitoraggi delle autorità sanitarie sulle persone, allo stesso modo i veterinari controllano gli animali selvatici per tracciare una sorta di percorso della West Nile, che sta vivendo il suo massimo picco, agevolata dalle temperature estreme.
C’è qualcosa di concreto che anche le amministrazioni comunali stanno facendo per allontanare questo pericolo concreto. In città come Sondrio ad esempio, si è deciso per la disinfestazione di intere aree. La decisione è arrivata dopo l’accertamento di un caso in queste ore però questo modello potrebbe essere preso in considerazione anche se non ci sono dei casi: trattare alberi, aree verdi, campi, fiumi, bacini lacustri e tutte quelle aree dove le zanzare trovano condizioni favorevoli per diffondersi, è una buona norma che potrebbe ridurre il rischi di contrarre la patologia.
Altre misure importanti riguardano maggiori controlli suoi donatori di sangue, infatti questo è uno dei modi in cui si può trasmettere la West Nile, per questo motivo a scopo precauzionale alcune Avis territoriali hanno deciso di effettuare controlli sui donatori.
I sintomi
Dal momento in cui la zanzara infetta punge l’individuo, parte il periodo di incubazione e può durare fino a 2 settimane, 3 per chi ha problemi al sistema immunitario. Chi contrae la West Nile non ha sintomi nella maggior parte dei casi e comunque anche quando compaiono non sono molto gravi, parliamo infatti di mal di testa, febbre, vomito e nausea.
Ci possono poi essere dei casi in cui i sintomi sono più dolorosi, come ingrossamento dei linfonodi, dolori muscolari intensi e sfoghi cutanei. Un quadro preoccupante porta le autorità sanitarie a non abbassare la guardia su questa patologia che colpisce in maniera diversa in base all’età.
Non bisogna sottovalutarla anche perché può portare a danni neurologici permanenti o addirittura encefaliti letali.