La banca americana conferma la lotta all’inflazione, con l’aumento dei tassi di interesse e il ritocco della Fed al 4,75-5%.
Adesso possibile anche una pausa nei rialzi, mentre il ritocco promesso nei mesi scorsi è arrivato nella giornata di oggi dopo comunicato da parte della Fed. La banca centrale americana tocca i picchi del 2023, con un aumento che non si vedeva dal 2007. Si passa a un + 0,25%; una stretta che conferma la volontà della banca americana di combattere l’inflazione, in calo ma ancora molto alta. Il dollaro si indebolisce sull’euro.
Lo aveva affermato a gennaio, la banca americana, che ritocchi sarebbero arrivati nel 2023. Nella giornata di oggi, tramite un comunicato, è arrivata la notizia dell’aumento del tasso di interesse di 0,25%. Ad annunciarlo è stata la Federal Open Market Committee, istituto della Fed che si occupa della politica monetaria americana. Con questo aumento, il livello raggiunto è il più alto dal 2007, ma gli analisti si aspettavano tale incremento già dallo scorso gennaio. La reazione dei mercati è arrivata, immediata, con il dollaro già indebolito rispetto all’euro.
Lo avevano annunciato gli stessi dirigenti della Federal Reserve, quando siamo giunti al nono aumento dei tassi di fila; dallo scorso febbraio la Banca centrale americana aveva deciso per l’aumento dei tassi di interesse. A dicembre l’aumento era stato di 0,50%, mentre tra giugno 2022 e novembre 2022 l’aumento era stato – complessivo – di 0,75%. L’unico segno meno si era fatto registrare nel marzo del 2020 quando la banca americana a causa della crisi legata al Covid aveva tentato di contrastare gli effetti della pandemia. Tassi poi gradualmente alzati per tutto il 2021, e 2022, a contrasto dell’inflazione.
Nel comunicato il Federal Open Market Committee ha fatto sapere che la forza delle banche americane è ancora intatta, e che il sistema è solido. Secondo la Fomc però le recenti condizioni di credito potrebbero gravare sulle famiglie, sulle imprese e sull’economia, così come sull’inflazione e sulle assunzioni negli Stati Uniti.
L’economia statunitense però – nonostante l’entità sia ancora incerta – dovrebbe uscire più debole dalle ultime evoluzioni. Gli analisti della Federal Reserve infatti immaginano gli Usa più fragile dal punto di vista economico, con l’inflazione che potrebbe toccare il 3,3% dopo le stime del 3,1% di inizio anno, e con il Pil americano del 2023 e 2024 che crescerebbe di 0,4% e di 1,4%. Sale il tasso di disoccupazione, atteso in America quest’anno a 4,5%.
Jerome Powell, presidente della Fed, ha dichiarato che la Fed sta valutando la possibilità di una pausa nei rialzi quest’anno per combattere l’inflazione.
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