I depositanti della Silicon Valley Bank non dovranno aver paura per i loro soldi, grazie alla Federal Reserve e al Tesoro americano.
Scongiurato anche l’effetto domino che preoccupava molto gli analisti in queste ore, però ci sono state comunque conseguenze a livello locale, infatti una piccola banca di New York ha già chiuso dopo l’annuncio del fallimento.
Il fallimento della Silicon Valley Bank
La famosa banca americana nata negli anni Ottanta ha chiuso i battenti a causa delle Borse in continua discesa e nonostante i disperati tentativi di raccogliere fondi, non ci è riuscita e dal momento che si tratta di un istituto che aiuta le start-up attraverso i depositi dei clienti, questi erano molto preoccupati per i loro soldi.
Da pochi giorni fa, quando c’è stata la notizia, c’è stato il panico generale non solo da parte di coloro che temevano per i propri depositi ma anche per quanto riguarda il possibile contagio alle altre banche.
Queste preoccupazioni sono state espresse anche dalla segretaria del Dipartimento del Tesoro americano, Janet Yellen.
La SVB era la 16esima banca d’America per dimensione patrimoniale, con 209 miliardi di dollari in asset e 175 in depositi. A dare la notizia del fallimento è stata la Federal Deposit Insurance Corp, che si occupa di assicurazione sui depositi e la notizia di oggi ha un po’ tranquillizzato coloro che avevano affidato i propri soldi all’istituto bancario, certo del suo nome solido nonostante i traballanti mercati finanziari.
I depositi non sono a rischio
La banca californiana aveva come clienti buona parte delle aziende tecnologiche del Paese, finanziate dalle società di venture capital. Nelle ultime ora Elon Musk si era detto interessato ad acquistare l’istituto, sebbene gli investitori di Tesla non si erano detti favorevoli.
Mentre l’imprenditore sudafricano meditava di diventare un banchiere e addirittura di progettare una città tutta sua in Texas con tariffe agevolate per i suoi dipendenti, che potevano anche diventare clienti della SVB dal momento che ha filiali nelle vicinanze, a rassicurare materialmente i depositanti ci hanno pensato il Dipartimento del Tesoro e al Federal Reserve.
Le autorità americano hanno annunciato ieri sera che i clienti della Silicon Valley Bank avranno accesso alle somme depositate e da oggi verranno pagati, precisando che nessuna perdita associata alla risoluzione della banca sarà a carico dei contribuenti.
Tale intervento è arrivato puntuale prima della riapertura delle contrattazioni a Wall Street, dopo giornate di perdite importanti per il settore bancario a causa proprio della situazione della SVB.
Scongiurato anche l’effetto domina a cui però alcuni piccoli istituti bancari non hanno potuto sottrarsi, come la Signature Bank. Si tratta di una piccola banca con sede a New York, che gestisce una mole di attività di gran lunga minore rispetto alla SVB ma che venerdì scorso aveva perso in borsa un quarto del suo valore.
Questa banca è molto usata da professionisti e studi legali, contava poco più di 2.000 dipendenti contro gli oltre 8.000 di quella californiana, comunque si tratta di una sconfitta che non è passata inosservata e le autorità monitorano attentamente la situazione.
La Federal Reserve sta valutando prestiti di emergenza per evitare collassi e questa mossa aumenterebbe la capacità degli istituti di credito di soddisfare le richieste di prelievo in maniera migliore.
Ad ogni modo Yellen ha rassicurato che il sistema bancario americano è rimasto solido e resisterà anche a questa bufera, come in passato ha superato tanti momenti critici. Gli analisti guardano anche alle start-up, settore di specializzazione della SVB. Anche queste ora potrebbero subire duri colpi, così come il settore vinicolo perché sono tanti i produttori di vino che hanno depositi o prestiti dalla Silicon Valley Bank.