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Federica Mogherini è la nuova Alto Rappresentante per la politica estera europea. L’Italia e Matteo Renzi strappano una vittoria con la nomina della ministra italiana diventata “Lady Pesc”, succedendo all’inglese Catherine Ashton. Scelto anche il nuovo presidente del Consiglio Europeo, il polacco Doland Tusk, popolare-conservatore, che prende il posto del belga Herman Van Rompuy. La nomina della Mogherini arriva al termine di un braccio di ferro che durava da mesi, con alcuni Paesi soprattutto dell’Est Europa contrari alla candidatura dell’esponente italiana perché “troppo giovane” e considerata troppo vicina alla Russia. Renzi ha fatto della scelta della Mogherini il suo cavallo di battaglia: spettava al PSE quella posizione e il PD è il primo partito socialista in Europa. Il premier strappa ora un’importante vittoria, mentre per la ministra degli Esteri italiana inizia una nuova carriera di stampo internazionale.
Auguri e buon lavoro a @FedericaMog e @premiertusk #europa
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 30 Agosto 2014
La nomina è arrivata nella notte dopo un lungo consiglio europeo in cui sono cadute le perplessità di alcuni paesi: la stampa britannica aveva già anticipato la candidatura della Mogherini come certa, ma fino al momento della conferma ufficiale, il percorso è stato pieno di insidie.
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“Tutto il mio lavoro, le mie energie e la mia dedizione saranno dedicate a operare nell’interesse di tutti gli Stati membri e di tutti i cittadini europei“, sono le prime parole della Mogherini. L’Europa, ha ricordato, “si trova davanti a sfide immani”, e deve trovare unità d’intenti per perseguire le linee di una politica estera che sia totalmente europea. Un discorso in inglese e francese, con la citazione di uno dei padri fondatori dell’UE, Robert Schuman per la costante ricerca della pace. Infine chiuse le polemiche sulla giovane età e inesperienza. “Ho 41 anni e non sono così giovane“, ha spiegato, anche se l’avere una nuova “generazione di politici giovani” è senza dubbio una cosa positiva.
La scelta della Mogherini non è solo il riconoscimento al valore della ministra italiana, ma è anche una vittoria personale di Renzi in sede europea. Fin dalla sua candidatura a Lady Pesc, il premier ha mostrato un’assoluta fermezza nella sua scelta: il patto per l’elezione di Jean Claude Huncker alla presidenza della Commissione UE prevedeva che agli Esteri ci sarebbe stato un socialista e che sarebbe andata all’Italia la scelta del nome. Renzi da subito ha fatto sentore il Il peso politico che il PD ha oggi in Europa: il partito più votato in tutta la UE non ha voluto fare battaglie per i nomi ma per i programmi, ma sulla Mogherini i dem non mollano.
Il fronte dei no vedeva molti paesi dell’Est Europa convinti che la Mogherini sia troppo filorussa, e che poco hanno gradito la mancata citazione sulla crisi in Ucraina nel discorso d’apertura del semestre europeo a guida italiana di Renzi. La stampa estera sembrava appoggiare questa visione: secondo il Wall Street Journal, sarebbe troppo giovane e inesperta. Nonostante la sua formazione, i viaggi, la conoscenza del mondo e dei rapporti politici, cosa che lo stesso quotidiano cita tra i pro della candidatura, non avrebbe abbastanza polso per dare una leadership agli Esteri europei.
Gli altri candidati erano il polacco Radoslaw Sikorski e l’attuale commissaria Ue alla Cooperazione internazionale e l’Aiuto umanitario, la bulgara Kristalina Georgieva, entrambi del Ppe.
Tutti profili alti, nessun dubbio, ma perché solo la Mogherini ha ricevuto un no così secco? Perché fa parte del Pse, perché è donna e giovane (ha 39 anni): un mix che ai “baroni” della politica europea sembra indigesto. Il vero problema della candidatura italiana non è solo essere donna. È l’essere donna, giovane e socialista in un parlamento che è a maggioranza popolare e con uomini e donne al vertice sopra i cinquanta.
Chi è Federica Mogherini
Dalla Sinistra Giovanile al PD, Federica Mogherini ha iniziato con il DS a occuparsi di politica estera come responsabile delle Relazioni Internazionali, seguendo in particolare il processo di pace in Medio Oriente. Nell’esecutivo del PD fin dalla fondazione, viene eletta in parlamento nel 2008. Entrata nella Segretaria dei democratici, viene scelta alla Farnesina da Renzi.
Questo il dettaglio della sua biografia pubblicata sul sito del governo italiano:
“Attuale presidente della Delegazione italiana all’Assemblea Parlamentare della NATO, coordinatrice del Gruppo interparlamentare per la Cooperazione allo Sviluppo, socia dello IAI (Istituto Affari Internazionali), membro del Consiglio per le relazioni fra Italia e Stati Uniti e fellow del German Marshall Fund degli Stati Uniti; membro del Consiglio dell’European Leadership Network for Multilateral Nuclear Disarmament and Non-Proliferation (ELN) e del Group of Eminent Persons (GEM) della Preparatory Commission for the ComprehensiveNuclear-Test-Ban Treaty Organization (CTBTO).
Nei Democratici di Sinistra, è stata responsabile delle Relazioni Internazionali, curando in particolare i rapporti con i Democratici americani, il PSE, il Forum Sociale Mondiale ed Europeo, i movimenti per la pace. Negli anni precedenti è stata membro del Board dello European Youth Forum, Vicepresidente dell’European Community Organisation of SocialistYouth (Ecosy), membro della Segreteria del Forum della Gioventù della FAO, responsabile Università e poi Esteri della Sinistra giovanile”.
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