Dopo il bacio pubblico durante la finale di Sanremo, Fedez e Rosa Chemical sono finiti nel mirino della procura. Jacopo Coghe, della Onlus Pro Vita & Famiglia, l’ex Ministro della Famiglia Carlo Giovanardi e l’avvocato Valerio Cianciulli, infatti, hanno presentato un esposto contro i due artisti, invocando gli articoli 527 e 529 del Codice Penale, che parlando sostanzialmente di atti osceni.
I guai per Fedez dopo Sanremo sembrano non finire davvero mai. Cinque giorni gli sono bastati per generare un caos infinito: prima il suo dissing sulla nave da crociera collegata alla kermesse, che ha creato un putiferio immenso tra i politici (per ovvi motivi), poi la sua richiesta insieme a J-Ax, durante la serata delle cover, di legalizzare la cannabis, infine il bacio – anzi, dovremmo dire “il limone”, siccome così lo ha sempre definito lo stesso protagonista – con Rosa Chemical, tutto ha portato a una sola direzione, quella del trambusto. Tra crisi coniugali (presunte) in atto, critiche e polemiche infinite, arriva anche l’esposto contro di lui.
Fedez è (anche) nel mirino della procura. Ma tanto questo si aggiunge “solo” a una serie infinita di problemi che il rapper sta avendo dopo Sanremo, primi tra tutti quelli con la moglie, Chiara Ferragni (che forse dovremmo definire ormai ex?). Non è solo però, perché accanto a lui c’è anche Rosa Chemical: evidentemente il mirino della Procura è abbastanza largo da riuscire a puntare entrambi.
Attenzione: questa volta non è stato il Codacons a scagliarsi contro di lui, stranamente. Ma tranquilli, forse era solo troppo occupato ad accusare Blanco – ovviamente per via dei calci dati ai fiori scenografici sul palco dell’Ariston – contro cui ha formalizzato qualche ora fa un esposto che recita così: “Blanco sarà chiamato a risarcire i danni prodotti alla Rai e a rispondere del reato di danneggiamento. (…) Al di là della volgarità del gesto e della sua inopportunità, l’aver distrutto la scenografia del Festival potrebbe realizzare veri e propri reati. (…) Oltre all’aspetto penale la distruzione operata da Blanco ha prodotto un evidente danno economico ai cittadini: la scenografia dell’Ariston è infatti pagata dagli utenti italiani che finanziano la Rai attraverso il canone, e il danneggiamento a vasi e fiori ha determinato uno spreco di soldi pubblici che ora l’artista dovrà risarcire”.
In pratica l’associazione si era fatta portatrice (sana?) della voce del popolo, che ha dovuto sborsare dei soldini per pagare la scenografia distrutta dal cantante. Grazie Codacons allora, soprattutto perché, per una volta, non ce l’hai con Fedez e ci fai spaziare un po’ tra gli argomenti. Fermo restando che, dopo il “Ciao Codacons, guarda come mi diverto” pubblico del rapper, forse questa volta avrebbe avuto le sue buone ragioni per scagliarsi contro di lui, ma chi siamo noi per decidere chi deve fare cosa e quando.
Tornando a Fedez, però, la cui vita – professionale e personale – pare essere ormai segnata irrimediabilmente dai cinque giorni sanremesi, questa volta la faccenda si fa seria: rischia grosso, insieme ovviamente a Rosa Chemical. C’è da dire che, mentre il rapper ha scelto la linea del silenzio e in pratica da domenica, il giorno dopo la turbolenta finale del Festival, è sparito dai social, gli stessi di cui in pratica insieme alla moglie di nutriva ogni giorno, Rosa Chemical, solo pochi giorno il famoso bacio, ha voluto dire la sua pubblicamente, su Italia 1.
Ospite de Le Iene, infatti, il cantante, durante il suo monologo, ha detto esplicitamente: “Qualcuno si è scandalizzato per un bacio tra due amici, qualcosa di cui avevamo già parlato in maniera scherzosa, solo che io poi gliel’ho dato veramente. Fedez era imbarazzato, ma l’imbarazzo del cantante più famoso di Italia è stato bello, divertente e vero. E, di fronte alla manifestazione di affetto tra due amici, si è finiti a discutere di consenso e di un uomo sposato che tradisce la moglie sul palcoscenico più famoso di Italia. Una follia”.
Sono passati altri giorni nel frattempo e la situazione pare essere diventata ancora più turbolenta di prima. Ecco cosa sta accadendo.
Fedez e Rosa Chemical, neanche una settimana dopo la finale di Sanremo, sono finiti nel mirino della Procura, come abbiamo anticipato. Il motivo è l’ormai celebre bacio, sembra quasi inutile ribadirlo, perché sembra essere ormai quasi un marchio, che viaggia insieme a loro sulle loro teste e che potrebbe aver contribuito a una rottura – oppure quantomeno a una crisi – tra i Ferragnez, che da sabato scorso a oggi sono stati visti insieme solo una volta a Milano (con tanto di musi lunghi) e che pare che addirittura abbiano stoppato le riprese della seconda stagione della loro omonima serie, che dovrebbe andare in onda su Amazon Prime, esattamente come la prima (ammesso che sarà portata a termine alla fine).
A presentare la denuncia alla Procura di Sanremo è stato Jacopo Coghe della Onlus Pro Vita & Famiglia, insieme all’ex Ministro della Famiglia Carlo Giovanardi e all’avvocato Valerio Cianciulli. Potremmo definire i tre la triade del buon senso, siccome è questo il fine da loro perseguito.
Nella nota congiunta possiamo, infatti, leggere: “I due (Fedez e Rosa Chemical, ndr) hanno mimato un rapporto sessuale con relativo orgasmo in diretta televisiva. Si tratta di un comportamento di una gravità inaudita, che ha portato a un’ondata di indignazione generale per la vergogna, il disagio e la repulsione provocata dalla volgarità di un comportamento che riguarda la sfera sessuale”.
A quanto pare la triade del buon senso si sarebbe rivolta all’avvocato Luca Ghelfi, che a sua volta si sarebbe appellato a due articoli del codice penale: il 527, inerente agli atti osceni in luogo pubblico e il 529, ad atti e oggetti osceni. I due articoli recitano rispettivamente così: “Chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni (cioè atti che devono violare, turbare o ferire il naturale senso del riserbo a riguardo dei fatti e delle manifestazioni che si riferiscono alla sfera sessuale, ndr) è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000. Si applica la pena della reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano. Se il fatto avviene per colpa, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309” e “Agli effetti della legge penale, si considerano osceni gli atti e gli oggetti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore. Non si considera oscena l’opera d’arte o l’opera di scienza, salvo che, per motivo diverso da quello di studio, sia offerta in vendita, venduta o comunque procurata a persona minore degli anni diciotto”.
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