Un fondo per aiutare nel concreto tutte le imprese e i lavoratori dello spettacolo, tra i settori più colpiti dall’emergenza Covid-19. La proposta arriva da Fedez a seguito di “Bauli in piazza”, manifestazione che si è svolta domenica 11 ottobre in piazza Duomo a Milano. Durante l’evento i 1.300 partecipanti hanno chiesto alle istituzioni di essere ascoltati e di ricevere aiuti non solo dal punto di vista economico, ma anche per quanto riguarda le tutele lavorative.
Con una serie di stories su Instagram, il rapper ha voluto dire la sua, rilanciando una proposta che aveva già avanzato ai colleghi e alle agenzie di booking. “Metto sul tavolo una soluzione che ho già proposto nei mesi scorsi, ma probabilmente non è stata ‘vista’”.
La proposta di Fedez rivolta a Big e agenzie di booking
Fedez si è così rivolto ai big della musica italiana: “Gli artisti di un certo calibro che fanno i palazzetti hanno nel loro contratto una cosa che viene chiamata ‘anticipo minimo garantito’”, ha spiegato il cantante. “Quindi tutti gli artisti che hanno rimandato i loro tour in qualche modo hanno percepito delle somme di denaro importanti. Io stesso che devo discutere il mio contratto di booking, metto a disposizione il 100% del mio anticipo dai tour per istituire un fondo per aiutare le maestranze della musica italiana”.
Così l’artista di “Bella Storia” ha messo sul piatto una proposta concreta che potrebbe aiutare migliaia di lavoratori e un settore che rischia di giungere presto al collasso.
“Siccome l’evento fatto in Arena di Verona a settembre purtroppo non ha portato i risultati che ci si aspettava, potremmo unire le forze tutti insieme”, ha continuato il rapper su Instagram. “Per quanto riguarda le agenzie di booking sarebbe bello se partecipassero anche loro e mi sto un po’ mordendo la lingua. Secondo me è una bella idea e se siamo in tanti viene una figata”.
In chiusura, Fedez ha aggiunto di non avere alcun interesse a mettere “il cappello” sulla sua idea: “Ci sono grandi artisti italiani che hanno portato avanti questa causa e hanno lungamente dibattuto in televisione. Se questi artisti vogliono prendere in mano le redini di questa cosa, a me non interessa prendermi i meriti di nulla. È solo un’idea, io sono qua”.
La proposta, come ha infine sottolineato il cantante, trova un senso solo se supportata da tanti, perché solo così si possono effettivamente raccogliere milioni di euro per aiutare i 570mila dipendenti che lavorano nel mondo della musica italiana.