Un’analisi della Polizia ha evidenziato come nel 2022 ci siano stati 103 casi di femminicidio in Italia ma anche il 2023 non è da meno.
Il nuovo anno ha portato con sé nuovi numeri su questo delicato tema, infatti a marzo siamo già a 18 donne uccise. Alla ricorrenza della Festa della Donna torna l’aspetto tragico degli omicidi dove le vittime sono proprio loro.
Solo nel 2022 ci sono stati in Italia 103 femminicidi, questo il dato che emerge da un’analisi diffusa dalla Direzione centrale della Polizia criminale di Stato.
Si tratta di numeri in aumento, basti pensare che siamo solo a marzo e già si contano 18 vittime. Le donne vengono spesso prese di mira, da chiunque e non solo dal partner anche se la maggior parte di questi delitti avviene proprio per mano dell’uomo che gli sta accanto.
Però a volte è anche un genitore o addirittura un figlio a decidere sulla vita di una donna e oggi insieme a migliaia di loro scendiamo in piazza, virtualmente, per dire basta alla violenza di genere e anche alla discriminazione che ancora sussiste in tanti campi.
L’8 marzo è da sempre un momento di unione in cui si protesta per l’uguaglianza di trattamento fra donne e uomini ma anche per fermare la scia di omicidi di cui sono vittime per i motivi più futili, come la gelosia, parola chiave che spessissimo guida la mano che impugna il coltello, la pistola, la sostanza infiammabile, che metterà un punto alla sua vita.
Secondo gli ultimi dati disponibili, dall’inizio dell’anno fino ad oggi ci sono state 18 donne uccise in ambito familiare o affettivo, di queste 11 hanno trovato la morte per mano dell’ex marito o dell’attuale compagno.
Negli ultimi 4 anni i dati sono in preoccupante aumento ma ci sono molti altri crimini su cui oggi vogliamo portare l’attenzione, anche citando un fatto di cronaca molto conosciuto.
Come giustamente si legge in alcuni striscioni srotolati oggi nelle piazze di tutta Italia nel corso di diverse manifestazioni, l’8 marzo deve essere sempre e non in una sola giornata.
Questo significa che sempre bisogna condannare il femminicidio in ogni sua forma. Si tratta di una piaga della società che colpisce indistintamente donne di tutte le età, italiane ma anche straniere, a volte uccise in modo violento.
Secondo i dati delle forze dell’ordine, le vittime muoiono per colpi di arma da fuoco, soffocamento, veleni e violenze in generale.
Molte sono vittime di una situazione drammatica che comincia lentamente per poi culminare in omicidio. Spesso a fare del male è il partner, che ingabbia la donna in una spirale di gelosia e controllo in cui la minaccia, la percuote e le incute paura, così lei si chiude in un mondo da dove difficilmente uscirà viva, a meno che non decide di aprirsi con gli altri per chiedere aiuto, ascoltando i campanelli di allarme che spesso sono molto evidenti.
Al crimine più cruento e irreversibile quindi se ne aggiungono altri molto gravi che producono effetti fisici e psicologici importanti. Possiamo racchiuderli nel termine ‘reati spia’ e indicano una violenza di genere che viene messa in atto dalle persone di cui la vittima si fida di più. Portavoce di giornate come oggi che urlano no alla violenza, sono personalità importanti come Gessica Notaro, aggredita nel 2017 dal suo compagno.
Aveva conosciuto quest’uomo sul posto di lavoro ma presto si era dimostrato aggressivo e così lo ha lasciato e denunciato. Edson, questo il nome, era ossessionato da lei e per punirla le ha gettato dell’acido in faccia, episodio per cui ha dovuto subire diversi interventi chirurgici e ha perso la vista da un occhio.
Dopo questa terribile esperienza è diventata un’attivista simbolo di tutte le donne italiane e non solo, addirittura dall’ospedale in cui anni fa le stavano ricostruendo il volto ha voluto lanciare gli auguri a tutte le donne in occasione della ricorrenza dell’8 marzo e continua ancora oggi a sensibilizzare sulla violenza di genere.
Abbiamo voluto citare Gessica ma come lei ci sono tantissime altre donne, molte subiscono in silenzio qualsiasi maltrattamento e su questo tema vogliamo parlare anche delle violenze sessuali, in incremento come i femminicidi.
La Festa della Donna non deve essere intesa come uno scambio di auguri e di mimose ma una vera occasione per riflettere davvero su un tema delicato e un problema che come società non ci fa progredire ma ci porta indietro di centinaia di anni, epoca in cui le donne venivano considerate solo per compiacere l’uomo e mettere al mondo figli. È il momento di evolversi veramente e diventare più inclusivi abbattendo le disparità ma anche denunciando qualsiasi gesto di violenza ricevuto.
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