Un uomo di 45 anni è stato fermato dalle forze dell’ordine per l’omicidio di Rossella Nappini, l’infermiera uccisa ieri a Roma. Si tratterebbe di un suo ex compagno con cui c’erano già stati scontri in passato.
Si tratterebbe di un uomo di nazionalità marocchina di 45 anni, la persona fermata dagli agenti della Squadra Mobile di Roma. Ora si trova nel carcere di Regina Coeli dopo il fermo come indiziato di delitto. Il quarantenne è sospettato di aver ucciso ieri pomeriggio, nell’androne del palazzo dove risiedeva, Rossella Nappini, trovata poco dopo le 17 da due ragazzi abitanti nel comprensorio. Intanto, sui social, la sorella della vittima e la ASL presso cui lavorava hanno voluto ricordarla.
Stando a quanto riportato dall’Ansa, il fermato sarebbe un ex di Rossella, e ieri l’avrebbe aspettata dentro casa. Per questo motivo, gli sarebbe stata contestata anche la premeditazione, il che aggraverebbe la posizione dell’uomo, che ora si trova nel carcere di Regina Coeli.
La situazione sarebbe degenerata una volta usciti dalla casa, con l’uomo che avrebbe accoltellato Nappini 20 volte lasciandola senza vita nell’androne del condominio dove poi è stata ritrovata da due inquilini.
Nelle ore subito successive al delitto, in Questura alcune persone che avevano avuto dei legami con la donna erano state ascoltate dai poliziotti, per ricostruire il passato della vittima, che era separata e madre di due figli e da qualche tempo viveva a casa della madre anziana, residente nello stabile dove è avvenuta la tragedia, in quanto bisognosa di assistenza. Quest’ultima avrebbe dichiarato come il sospettato apparisse una persona calma e tranquilla.
Per ora non è stato ancora reso noto il movente del delitto e non è stata ritrovata l’arma con cui è stato eseguito, nonostante gli agenti abbiano setacciato i cassonetti limitrofi al condominio. L’ipotesi è che al momento l’uomo stia collaborando con gli investigatori, che per ora non rilasciano dichiarazioni in merito.
Poche ore fa la sorella di Rossella, Monica, ha pubblicato un post su Facebook per ricordare la donna, postando una sua voto sorridente con tra le braccia un cagnolino, seguita da una didascalia in cui rimpiange di non averla potuta aiutare. “Purtroppo questa volta non sono riuscita a salvarti. Una cosa è certa starai vicino a papà come volevi. RIP sorellina mia” ha scritto Nappini.
Anche il cognato della vittima, Francesco Mariani, ha voluto renderle omaggio con un pensiero affidato al social network, condividendo la stessa foto della moglie: “Cavolo Rosse’ non trovo una foto che stiamo insieme. Voglio ricordarti così Cognata Mia. Ricordo perfettamente quando stampammo sta foto assieme. T’ho voluto bene malgrado i nostri litigi. Mi mancherai tantissimo capocciona mia!! Che la terra ti sia lieve RIP”.
La ASL Roma 1, infine, nella tarda serata di ieri, ha pubblicato un messaggio di denuncia e dolore tramite la sua pagina ufficiale Facebook, condannando quanto accaduto e ricordando Rossella: “Questa donna era una nostra infermiera, lavorava all’ospedale San Filippo Neri. Era parte integrante della nostra comunità ed è doveroso che tutta la ASL Roma 1 si unisca simbolicamente nel cordoglio – insieme al Commissario Quintavalle e alla Direzione Aziendale – e nella espressione di ferma condanna della violenza, in ogni sua forma”.
“Non esistono motivazioni reali per simili gesti, si tratta di una barbarie che dovrebbe farci riflettere e vergognare tutti” si è concluso il messaggio dell’azienda sanitaria locale, che è stato commentato da tanti utenti del social che hanno voluto dare l’ultimo saluto all’infermiera romana.
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