Due giorni fa è stato ucciso un 50enne filippino a Roma, oggi è stato fermato un uomo per l’omicidio avvenuto in zona Valle Aurelia.
Le indagini hanno portato al fermo del connazionale, verso il quale ci sono gravi indizi di colpevolezza, tuttavia mentre le indagini proseguivano nella giusta direzione, il diretto interessato si è costituito spontaneamente presentandosi in caserma. Da ore le forze dell’ordine erano sulle tracce del branco che dopo l’aggressione di è dato alla fuga.
Omicidio del 50enne filippino
Si chiamava Michael Lee Pon il 50 filippino ucciso a Roma intorno alle 19 del 19 febbraio. Di professione era un badante e secondo i primi dettagli, sembra che un gruppo di 5 persone lo abbia aggredito con diverse coltellate sferrate all’addome, lasciandolo senza vita a terra nei pressi della stazione della metropolitana, Valle Aurelia.
I Carabinieri hanno iniziato ad indagare, visionando alcune telecamere della zona e interrogando i testimoni, fra cui coloro che hanno chiamato i soccorsi. Dalle informazioni raccolte sembra che a prendere di mira l’uomo sarebbero stati alcuni connazionali, per motivi ancora in corso di accertamento.
Il movente è il grande nodo della questione e anche la confessione avvenuta ieri non ha chiarito il fatto, tuttavia si pensa che l’aggressione sia legata a una lite che poi è degenerata ma cosa ha spinto il branco ad avvicinarsi armato al filippino? È ciò su cui sta lavorando la Squadra Mobile.
Il fermo di un uomo
Mentre le indagini sono ancora in corso e la Scientifica è intenta anche in queste ore a effettuare i rilievi del caso nella zona del delitto, un uomo si è costituito spontaneamente presentandosi ieri nella stazione dei Carabinieri di Tor Vergata, accompagnato dal figlio minorenne.
Ora è stato iscritto nel registro degli indagati ed è stato sottoposto a fermo. La comunicazione di quanto accaduto è stata data dai militari di Tor Vergata al colleghi della Polizia di Stato che stanno coordinando le indagini. Questi hanno incrociato i dati e hanno concluso che l’uomo e suo figlio sono davvero coinvolti nell’omicidio.
La svolta nelle indagini è arrivata grazie alla confessione dell’uomo ma anche il figlio del 43enne avrebbe un ruolo nella vicenda, infatti anche lui ora è indagato per concorso in omicidio nonostante non sia ancora maggiorenne, infatti è nato nel 2007.
Il pm ha disposto il fermo per entrambi, conducendo il filippino nel carcere romano di Regina Coeli dove nelle prossime ore verrà ascoltato nuovamente. Il figlio si trova in un’altra struttura ed è intervenuto anche il Tribunale per i Minorenni trattandosi di un 16enne.