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Senza vestiti e ricoperti di sangue: per protestare contro la tradizionale Festa di san Firmino a Pamplona, in cui si svolge la corsa dei tori lungo le strade della città iberica, questa volta gli animalisti hanno optato senza mezzi termini per uno shock visivo molto forte, una sorta di flash mob estremo per ricordare le atrocità che ogni anno vengono commesse su questi animali lasciati liberi per le vie di Pamplona, vittime sacrificali di una mattanza collettiva.
Sembrava quasi di assistere ad una rappresentazione de La Fura dels Baus, il gruppo tetatrale catalano noto per i suoi spettacoli eccessivi e provocatori, e poco importa che il sangue sul corpo degli attivisti in realtà era della semplice vernice rossa: il sangue, quello vero, appartiene ai circa 50 tori che ogni anno vengono uccisi nel tragitto di 826 metri fatto di viuzze lastricate, culminante nella Plaza de toros, che devono essere percorsi in un tempo medio inferiore ai tre minuti dopo che i tori vengono liberati dal recinto. La Festa di San Firmino si tiene ogni anno dal 6 al 14 luglio, ripetendo un rituale che in realtà ha preso tale forma solo in anni più recenti, benché la festa affondi le sue radici secoli addietro, in era medievale.
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Migliaia di persone di recano a Pamplona per partecipare alla folle corsa contro il tempo ed evitare di essere incornati, e puntualmente ci scappano delle vittime anche tra i partecipanti, con decine di feriti, talora anche gravi. Ma chi non ha scampo sono i tori, il cui sangue viene versato sulle strade di Pamplona: a ricordarlo ci hanno pensato quest’anno gli animalisti, con i loro corpi ammassati uno sopra l’altro, a richiamare la triste fine dei bovini. Per quanto l’opinione pubblica internazionale abbia da tempo mutato la propria sensibilità a favore dei diritti degli animali, la maggior parte della popolazione continua a vedere la Festa di San Firmino un appuntamento divertente come il Carnevale di Rio o l’Oktoberfest di Berlino: le differenze sono talmente palesi che saltano subito all’occhio, ma mai come in questo caso forse vale il detto occhio non vede, cuore non duole. Proprio quello che gli animalisti hanno cercato di eliminare con questa rappresentazione shock, ma molto veritiera, di quanto accade ogni mese di luglio nel cuore di Pamplona.
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