La prima giornata della festa del Movimento 5 Stelle a Palermo segna il ritorno di Beppe Grillo nell’agone politico in prima persona. Nessun passo indietro, dice dal palco a chiusura della serata: l’ex comico non è più “stanchino” come disse un anno fa quando creò il direttorio. Sarà lui a dirigere il movimento, lui a prendere le decisioni. “Io farò il capo politico e prenderò delle decisioni perché alla fine qualcuno deve prenderle. Ora inizia la fase 2“, chiarisce dal palco. La giornata vede tutti i big pentastellati, da Luigi di Maio ad Alessandro Di Battista, passando per Chiara Appendino (ma non Virginia Raggi, rimasta a Roma) e Roberto Fico, ma soprattutto il debutto di Davide Casaleggio, il figlio del co-fondatore che ha preso il suo posto alla guida della Casaleggio Associati e del movimento dopo la sua scomparsa. “Realizzeremo il sogno di mio padre“, promette.
Non c’è spazio per le polemiche, non si risponde all’attacco di Federico Pizzarotti che, non invitato, ha definito Grillo “garante del nulla“. La giornata è tutta all’insegna dell’ex comico, protagonista fin dal primo pomeriggio. L’ex comico passeggia per le strade del quartiere Ballarò e parla ai microfoni dei giornalisti, rispondendo ad alcune delle domande che aleggiano sul movimento dopo il caso di Roma. La vicenda della giunta capitolina è un passaggio necessario, spiega Grillo, perché gli sbagli servono a imparare. Il vero obiettivo della kermesse palermitana è chiaro: il M5S vuole togliersi di dosso l’abito del “no”, della protesta, del “vaffa” ed è pronto per indossare quello partito di governo.
Le polemiche romane non possono essere negate, i problemi ci sono ma servono in vista della seconda fase del progetto politico. Tra questi c’è l’atteggiamento della stampa che Grillo non perde occasione di attaccare. Dalle strade del popolare quartiere definisce i giornalisti dei “feticisti” e sottolinea il “battage contrario” che non funziona perché “siamo noi i clienti e i fornitori di tutto. Siamo noi che andiamo nei talk show e vi tiriamo su gli ascolti e siamo noi che vi guardiamo a casa“.
L’attesa è tutta per la serata e gli interventi dal palco. Parla Di Battista, reduce dal tour per la campagna del no al referendum, e Di Maio. Il vicepresidente della Camera, al centro delle polemiche per la questione Muraro, le mail e i post su Pinochet, ribadisce il momento positivo del movimento. “Siamo la prima forza del Paese e governiamo Roma“, ribadisce, chiarendo che con il no alle Olimpiadi hanno salvato la città dal dissesto.
Grillo con Davide Casaleggio
È però Grillo la vera star della serata. “Ricompatteremo tutto, siamo di fronte alla seconda ondata di questo esperimento, noi siamo stati i topi dell’esperimento della prima fase. C’è stato entusiasmo, un’emozione fortissima, il vaffaday, le piazze piene, bisogna ricreare quell’emozione lì: è il nostro momento. Dal primo all’ultimo eletto dobbiamo ricompattarci, dobbiamo andare avanti e decidere come vivremo i prossimi vent’anni“, dice dal palco.
Non può mancare l’attacco a Matteo Renzi che definisce “un menomato morale che non percepisce le emozioni“, mentre lui e Casaleggio erano “due cuori che pulsavano e volevano fare qualcosa per gli altri“.
Dopo il no è la volta dei sì, delle proposte, di quella che definisce la Fase 2. “Parlo di una seconda generazione, parlo dei giovani che si avvicinano adesso e devono capire cosa è il movimento“, e per farlo “bisogna tornare alle origini“.
I problemi ci sono, inutile negarlo, ma non è il direttorio il vero colpevole. Le rivalità “forse sì, ci sono, ma è normale, del resto la tv è immagine, c’è quello che funziona di più o quello che funziona meno“. Grillo ammette di aver visto i parlamentari un po’ stanchi ed è per questo che da ora si cambia anche perché, dice diretto alla stampa, “il direttorio è una parola che avete inventato voi, mentre sono solo cinque persone che io e Casaleggio avevamo scelto con la rete perché il movimento stava diventando enorme“.
Il cambio è in realtà un ritorno al passato, con lui alla guida del M5S. “A quel passo di lato non ci ho mai creduto. Io farò il capo politico. Prima prendevo le decisione con Gianroberto, oggi sono da solo e le prenderò da solo. Io ci sono a tempo pieno. Non posso più stare con il passo di lato. Io voglio stare con il M5S fino alle elezioni e vincerle. Vogliamo dimostrare che possiamo governare Torino, Roma, Palermo, Genova, Livorno anche con gli sbagli che abbiamo fatto. Questa storia ci serve e ci dà degli anticorpi“, chiarisce.
Il primo passo della nuova fase non prevede novità per il simbolo, che rimane saldo nelle sue mani, ma passa per una nuova gestione dell’immagine. “In tv ci andrà solo chi dovrà parlare di un tema, del nostro programma. Si va in tv sulla base dei programmi“, ribadisce dal palco, mentre promette un nuovo regolamento per la prossima settimana.
Sul palco compare anche Davide Casaleggio, alla prima uscita dopo la morte del padre che non vuole sostituire. “Sono qua a ricordarlo, ricordare il suo sogno, portare avanti il suo progetto che si chiama Rousseau. I partiti stanno tenendo lontani i cittadini dalle decisioni importanti, con Rousseau rimettiamo cittadino al centro“, dice riferendosi alla nuova piattaforma lanciata dal movimento. “Abbiamo fatto cose straordinarie, faremo di più nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Questo sogno una volta era di mio padre, ora di milioni di persone, di tutti noi. Dobbiamo restare uniti, uniti realizzeremo il nostro sogno“.