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Festeggiamenti Argentina, Emiliano Martinez passa il limite: spunta la “bambola Mbappe”

Ancora protagonista in negativo Emiliano Martinez, durate in festeggiamenti per la vittoria al mondiale: la bambola con il volto di Mbappe.

Emiliano Martinez – Nanopress.it

Altro gesto discutibile del portiere argentino, che durante i festeggiamenti in Argentina post vittoria del Mondiale esibisce dal pullman una bambola con il volto di Mbappe.

L’Argentina non sa perdere, ma non sa nemmeno vincere: Emiliano Martinez supera il limite

Che gli argentini non sapessero perdere non era poi un gran segreto – vedi l’eliminazione sempre ai rigori contro la Germani finita in rissa nel 2006. Adesso, dopo la vittoria dell’albiceleste ai Mondiali in Qatar, sappiamo anche un’altra cosa: l’Argentina non sa nemmeno vincere.

E tanto per cambiare protagonista in negativo è stato Emiliano Martinez (andare a rivedere i rigori del 2021 contro la Colombia per controprova). Il maestro del trash talking, pratica adesso quasi giustificata in campo dopo gli insensati paragoni con la pallacanestro americana, vive per infastidire i rivali. Ma gli insulti che l’NBA ci ha generosamente regalato sono un conto, sbeffeggiare in continuazione gli avversari quasi come unico motivo valido per portare a casa una vittoria è spettacolo francamente stucchevole.

L’ultima bravata del portiere argentino, straordinario tra i pali un po’ meno per gli atteggiamenti fuori dal campo, è una bambola con la faccia di Kylian Mbappe portata in trionfo sul pullman scoperto in occasione dei festeggiamenti dell’Argentina.

Martinez, nel video diffuso dai tifosi via social, tiene in braccio e coccola la bambola, prima di ripetere quel “gestaccio” già diventato virale sul palco della premiazione, con il guanto d’oro.

Aspettarsi del fair play dalla nazionale campione del mondo – che grazie a Leo Messi ha avuto milioni di simpatizzanti e tifosi durante il torneo anche oltre i confini argentini – era pura illusione. Lo si era inteso fin dalle prime battute del campionato del Mondo, e già in molti avevano storto il naso quando proprio la pulce aveva rifiutato la mano di Lewandoski dopo un duro contrasto a centrocampo.

Sono seguite poi scene decisamente più emblematiche, come l’esultanza in faccia all’Olanda dei bianco azzurri dopo i rigori. Anche questa partita carica di tensione, culminata con la clamorosa pallonata di Paredes verso la panchina degli orange.

Emiliano Marinez: non certo una lezione di sportività


Ma il meglio Martinez e compagni lo hanno dato in finale. Il portiere, strepitoso protagonista in campo, non ha certo dato lezioni di sportività.

Il suo atteggiamento durante i rigori ha sfiorato più volte i limiti dell’antisportivo. In occasione del penalty di Coman infatti è corso verso l’arbitro per far rettificare – con la motivazione unica di distrarre l’avversario – il punto di battuta. E ancora stessa dinamica prima del penalty di Tchouameni, dove Martinez addirittura aveva lanciato via il pallone dopo averlo raccolto dal dischetto.


Stesso teatrino durante il quarto rigore di Kolo Muani. Szymon Marciniak stavolta si interpone tra lui e il pallone e lo rimanda in porta. A quel punto Martinez si scusa in gesti plateali, poi si lascia andare alle sue vistosissime esultanze, in faccia a Lloris.

Ma se l’atteggiamento in campo non bastasse, come abbiamo visto nemmeno durante i festeggiamenti si può dire un gran bene della selecion di Messi e compagni.

L’erede di Maradona ha potuto finalmente alzare la coppa del Mondo al cielo – unico trofeo assente dalla sua bacheca – con tanto di discussissimo Bisht mentre nel frattempo il solito Emiliano Martinez premiato miglior portiere portava il trofeo del guanto d’oro all’altezza del ventre simulando un gestaccio proprio davanti ai tifosi francesi.

Emiliano Martinez, rigori Francia-Argentina – Nanopress.it

Basterebbe questo, ma il portiere biancoceleste ha continuato, prima negli spogliatoi ancora a caldo a pochi minuti dalla fine del match, dando via a un trenino e facendo il nome di Mbappe durante i cori. 

E infine arriviamo alla giornata di ieri, e alla bambola con il volto del numero 10 francese. Un ragazzo di 23 anni che probabilmente meriterebbe rispetto solo per aver segnato una tripletta in una finale di Coppa del Mondo, e che di fatto ha anche battuto lo stesso Emiliano per ben quattro volte.

Il calcio moderno sembra quasi, con sempre più luci dei riflettori addosso, regredire nel rispetto in campo, in una guerra tra mind game, trash talking e meme – “pasta asciutta” a Euro 2020 compresa.

Antonio Meli

Classe 1993, laureato in comunicazione e lingue, e in giornalismo, tra Siena e Roma. Appassionato di cinema, musica, storia e spettacolo. Mi piace scrivere e criticare.

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